Cuffaro trasferito in cella | con tre detenuti comuni

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27 Gennaio 2011, 10:23

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I soldi di Cuffaro nel mirino degli inquirenti? L’argomento è affrontato da Alessandra Ziniti in un articolo su “Repubblica Palermo”. Secondo l’edizione locale del quotidiano diretto da Ezio Mauro, dietro l’imputazione dell’ex governatore siciliano per concorso esterno – processo in atto a Palermo col rito abbreviato – ci sarebbe anche l’intento di mettere le mani sul patrimonio di Totò Cuffaro. L’aggravante dell’aver agevolato Cosa nostra che ha portato in carcere l’ormai ex senatore del Pid, infatti, non è sufficiente a far partire le indagini patrimoniali per cui, invece, serve una condanna per associazione mafiosa o, appunto, concorso esterno.

Tutto è rimandato al 16 febbraio, data in cui il gup Vittorio Anania emetterà la sentenza. I difensori di Cuffaro, sin dalla prima udienza, hanno sostenuto il “ne bis in idem”, ovvero il concetto giuridico per cui nessuno può essere condannato due volte per gli stessi fatti. Di contro la procura, rappresentata dai pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene, sostiene, invece, che a essere sotto processo è l’intera carriera politica di Cuffaro che si poggerebbe su un “patto” contratto con Cosa nostra sin dai primi anni ’90. L’indagine patrimoniale, quindi, partirebbe solo in caso di condanna dell’ex governatore per concorso esterno.

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Cuffaro in cella con tre detenuti
Salvatore Cuffaro,
condannato in via definitiva a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e per violazione del segreto istruttorio, è da ieri in una cella con altri tre detenuti ‘comuni’, di cui uno sta scontando una pena per duplice omicidio e un altro per truffa. Da una cella singola del reparto G12, riservato ai ‘nuovi giunti’, l’ex governatore della Sicilia – secondo quanto si è appreso – è stato trasferito nella sezione G8, sempre al piano terra, tra i reclusi in cosiddetta ‘media sicurezza’. Si tratta, in sostanza, di detenuti comuni, che devono scontare una condanna definitiva. Per Cuffaro questa potrebbe essere tuttavia una sistemazione temporanea: probabilmente – si è appreso da fonti penitenziarie – presto gli verrà assegnata una cella singola, sempre a Rebibbia. I primi giorni di detenzione l’ex senatore del Pid li avrebbe trascorsi tranquillamente, per lo più leggendo.

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27 Gennaio 2011, 10:23

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