Onorevole Giuseppe Castiglione, anche lei folgorato sulla via di Totò Cuffaro?
“Ma non c’entra niente…”.
Eppure, il comunicato di Azione che annuncia il vostro addio consensuale, prima dell’approdo in Forza Italia, recita: “Abbiamo preso atto delle insanabili divergenze politiche, in particolare relativamente ai rapporti con Cuffaro e il suo gruppo in Sicilia”…
“No, guardi, quel comunicato che mi ha anche un po’ ferito, umanamente, dopo due anni di impegno insieme, e altri cinque di governo precedenti, non dice la verità”.
Perché?
“Calenda sa bene che Cuffaro è un mio amico, ma sa ancora meglio che la politica ci ha quasi sempre trovati contrapposti. Ne sono esempio le Europee del 2004 in cui Berlusconi mi chiese di candidarmi proprio in risposta alla candidatura di Cuffaro con l’Udc. Mi spiace per questa presa di posizione di Azione, perché è distante dai reali motivi di prospettiva politica che ho spesso posto a Carlo, a cui va comunque la mia stima e gratitudine”.
Gratitudine? A Carlo Calenda fischieranno le orecchie…
“Non si può legare una prospettiva così importante a vicende e rancori. L’ho detto e l’ho ripetuto. Questo è il tema: la lista del 2022 aveva uno spirito di grande aggregazione moderata, la gente non ama i personalismi”.
Per questo lei è tornato in Forza Italia?
“Mi pare il partito che sta sposando appieno i valori del popolarismo europeo, grazie all’ottimo lavoro di Antonio Tajani, che ringrazio, che sta realizzando un’impresa di non poco conto, considerata la scomparsa del Presidente Berlusconi. Come va apprezzata l’opera del presidente Renato Schifani al governo della Regione”.
Che risultati prevede alle Europee?
“Ottimi complessivamente, specialmente in Sicilia”.
E Cuffaro, dunque, non c’entra…
“Totò resta un fraterno amico, ma in politica abbiamo sempre camminato su strade diverse, come spiegavo, lo certificano le nostre storie”.
Cosa pensa del suo impegno in prima persona?
“Ha espiato la sua pena ed è libero. Mi sarebbe piaciuto vederlo spendersi per le grandi battaglie: la giustizia, il carcere, la libertà. Invece è tornato sul territorio”.
Lei condivide?
“No, ma io, come dicevo, non sono Cuffaro”.