Cronaca

Ucraina, l’aiuto dalla Sicilia: un viaggio in auto salva la vita FOTO

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27 Febbraio 2022, 16:37

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Pasta, coperte, altri beni di prima necessità e un viaggio lontano dall’incubo della guerra in Ucraina. Una missione di solidarietà che parte dalla Slovacchia, non troppo distante da missili e guerriglia, e ha sfumature siciliane. A Diego Di Caccamo, palermitano di 31 anni che vive a Bratislava, è bastato giusto il tempo di fare il punto con l’amico 32enne ucraino Valeriy Zdanovych; poi subito in auto alla volta di Vyšné Nemecké, punto di confine slovacco con l’Ucraina, dove è stato allestito un campo che accoglie sfollati in fuga dal conflitto con la Russia.

I beni di prima necessità e i posti in auto

Un viaggio di oltre sei ore lungo più 500 chilometri, per il quale Diego e Valeriy hanno caricato l’auto con ogni aiuto possibile, galvanizzati dall’idea che tornerà svuotata di oggetti ma piena di speranze: “Abbiamo tre posti liberi per trasportare in Slovacchia chiunque ci venga assegnato dagli organizzatori del campo con priorità alle famiglie con bambini”, spiega Di Caccamo, che documenta per LiveSicilia il suo frenetico viaggio tra volti disperati, persone in cerca di un pasto e un continuo viavai di volontari come lui. Di Caccamo è il “terminale” di un tamtam di comunicazioni e gesti spontanei, che hanno provveduto a donare fondi per gli aiuti, fare la spesa da destinare agli sfollati, allestire spedizioni di beni di prima necessità da inviare al confine direttamente dall’Italia e non solo. “Permettetemi di ringraziarli tutti: Valerio Valenti, Mattia Costa e le loro famiglie, Martina Nisci, Paolo Fontana, Nicola Di Iorio, Marina Leopizzi, e ancora Licia Consoli, Francesco Guerrera, Miriam Galletti e per finire Victoria Bokhonko, ucraina e mia collega di lavoro a Bratislava, che ha donato e ci supporta da lì”.

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Ecco chi viaggerà con Diego e Valeriy

La macchina della solidarietà al confine coi luoghi della guerra, invece, è risultato di un coordinamento che coinvolge diversi attori sociali e istituzionali, come le forze dell’ordine locali, la croce rossa, associazioni che gravitano intorno alla chiesa. Tutti uniti dallo stesso obbiettivo, tutti con indosso un inequivocabile e subito riconoscibile gilet catarifrangente. “Ma nonostante i tanti soggetti che partecipano alle operazioni, resta sempre complicato intervenire nel modo giusto anche nelle cose più banali”, spiega il volontario palermitano. “Per questo stiamo dando una mano anche noi ‘semplici civili’, aiutando ad allestire per esempio gli stand per registrare nuove persone che superano il confine, a distribuire dei pasti o delle schede sim per tutti quelli che allontanandosi in questo modo da casa propria hanno perso ogni contatto coi propri cari”. E si stava complicando anche la sperata assegnazione dei passeggeri. “Ma non mi sono arreso, racconta Diego, “e in mezzo alla confusione generale, dopo diversi minuti di stallo, ho preso in mano la situazione chiedendo agli organizzatori di indicarci qualcuno in difficoltà che avremmo subito potuto portare via da quel limbo”. Così ecco Ania e Alona, le ucraine che Di Caccamo e Zdanovych accompagneranno a Bratislava da alcuni amici delle due ragazze, verso una libertà ritrovata e un nuovo futuro. Parte un altro lungo viaggio, ma carichi di energia nuova. “Assurdo. Hanno fatto la stessa scuola di Valeriy”, commenta Di Caccamo quasi incredulo: qualche chilometro di differenza e scelte di vita diverse, e il trentaduenne ucraino oggi non sarebbe al fianco di un siciliano in questa avventura per salvare vite umane. CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA

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27 Febbraio 2022, 16:37

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