07 Marzo 2022, 16:58
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“Ad oggi abbiamo accolto due adulti con figli, siamo in attesa che arrivino a Palermo altri due gruppi, uno di nove persone e uno di dieci. Abbiamo tante richieste sia di ospitalità, sia di semplici cittadini che desiderano accogliere nelle loro case i profughi che fuggono dall’Ucraina in guerra. Stiamo ricevendo tante segnalazioni e numerose proposte da parte di palermitani generosi pronti a dare una mano”. Lo dice don Sergio Ciresi, direttore della Caritas di Palermo, in queste ore anche lui alle prese con l’emergenza legata alla guerra in Ucraina. Sono centinaia i siciliani che aprono la porta di casa a eventuali profughi ma non sanno come fare per accoglierli. A chi dobbiamo rivolgerci? Si chiedono. “Dal punto di vista operativo è fondamentale in questi casi il coordinamento e noi come Caritas di Palermo seguiamo le indicazioni della Caritas italiana mobilitata per la raccolta fondi, anche perché abbiamo anche la Caritas dei Paesi confinanti, come Polonia, Romania, Ungheria e Moldavia, che si è già attivata con i suoi uffici delle città in prossimità dell’Ucraina – spiega don Sergio Ciresi -. Ci sono anche delle regole da rispettare per l’ingresso di cittadini non comunitari, i rifugiati per esempio possono entrare in Italia regolarmente, devono essere vaccinati e vanno segnalati in Questura”. LEGGI ANCHE: Guerra in Ucraina, famiglia ucraina in fuga ospitata a Terrasini
La diocesi di Cefalù ha annunciato che da domani accoglierà 3 mamme e i loro 5 figli in una struttura del seminario diocesano. Ci sono diverse associazioni che ricevono adesioni per ospitalità ma non c’è ancora un sistema centralizzato. Il presidente della Regione Nello Musumeci, in seguito all’ordinanza di Protezione civile nazionale che delega le Regioni a mettere in campo le azioni di accoglienza e assistenza a favore dei cittadini in fuga dall’Ucraina, è delegato all’organizzazione dell’ospitalità. Domani, sia nella prefettura di Palermo, ma anche in quella di Trapani e nelle altre dell’Isola, sono state convocate riunioni con tutti i soggetti coinvolti a partire dai comuni, dalla Regione e dalle Caritas locali. Un’altra riunione è in programma all’assessorato regionale famiglia e politiche sociali che ha un ufficio speciale immigrazione, coinvolto nell’accoglienza di coloro che fuggono dalla guerra in Ucraina. CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA
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07 Marzo 2022, 16:58