Un addio quasi annunciato |L’Orlandina taglia Flynn

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24 Novembre 2014, 19:57

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CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – Nemmeno tre mesi, tanto è durata l’avventura di Jonny Flynn con la canotta dell’Upea Capo d’Orlando. Il playmaker americano, colpo del mercato estivo del g.m. Giuseppe Sindoni, da oggi non fa più parte del roster di coach Griccioli. Il giocatore ha infatti rescisso consensualmente il suo contratto con l’Orlandina, dopo aver saltato le ultime cinque partite di campionato a causa di una lesione di primo grado al bicipite femorale. Un taglio preannunciato, con l’arrivo di Sek Henry a prendere il suo posto nel ruolo di playmaker, reso ufficiale soltanto adesso dalla società orlandina. Ufficialmente, il giocatore ha richiesto alla società di tornare in patria per un serio problema familiare, richiesta accolta dall’Orlandina senza alcuna obiezione.

Per Flynn si trattava della terza esperienza lontano dagli States, ma si è trasformata nella seconda chiusa prematuramente, dopo l’addio anticipato ai cinesi dei Sichuan Blue Whales. Anche in questa precedente occasione il playmaker proveniente dall’Università di Syracuse ha dovuto fronteggiare una serie di problemi muscolare, venendo tagliato ad un mese dalla firma del contratto proprio per questioni questioni di carattere fisico. Non è infatti la prima volta che il playmaker nativo di Niagara Falls soffre di problemi muscolari, che ne hanno pesantemente condizionato la carriera sin dalla militanza nella NBA, dove ha indossato le canotte di Minnesota Timberwolves, Houston Rockets e Portland Trailblazers.

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L’apporto di Flynn alla causa dell’Orlandina è stato a dir poco insufficiente: ventisette minuti di media in sole due partite giocate (le prime due di campionato contro Pistoia in casa e in trasferta a Bologna), con tredici punti e cinque assist complessivi messi a referto in questo brevissimo scorcio di stagione. Poi l’infortunio che sembrava doverlo tener fuori fino al match del PalaFantozzi contro Caserta, quando Griccioli era praticamente certo di poterlo riavere a disposizione almeno per qualche minuto. Il venerdì prima della gara, però, arriva un altro stop: indurimento del muscolo già infortunato, situazione da monitorare e giocatore ancora indisponibile. A questo punto Capo d’Orlando decide di correre ai ripari per accontentare Griccioli, “costretto” a reinventarsi Freeman da playmaker e ad aumentare il minutaggio di Pecile. Arriva Henry, ex Brindisi, e l’epilogo della storia è ormai chiaro a tutti. Due sole apparizioni ufficiali con la casacca dei paladini e un addio triste per Flynn, che sembrava poter essere la ciliegina sulla torta nell’anno del ritorno in massima serie ma non ha potuto confermare le aspettative.

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24 Novembre 2014, 19:57

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