Un fiore per Daniele, sei anni dopo | "Se lo rincontro, gli chiedo..." - Live Sicilia

Un fiore per Daniele, sei anni dopo | “Se lo rincontro, gli chiedo…”

Vito e Daniele Discrede

Vito Discrede e l'anniversario della morte del fratello Daniele, fra il Covid e le speranze di trovare i colpevoli

LA COMMEMORAZIONE
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PALERMO – “Ci sono storie di uomini famosi caduti per mano criminale, mentre lottavano per qualcosa di grande, ma fa riflettere anche la morte di un cittadino comune. Come mio fratello, esempio di quelle tante persone che non sono in prima linea però subiscono queste cose”. Lo afferma senza nascondere troppo l’emozione, Vito Discrede, ma non si tratta di odio o rancore. Non ha sete di vendetta ma solo di giustizia, anche a sei anni dalla morte di suo fratello Daniele, ucciso la sera del 24 maggio 2014 davanti al suo supermercato di via Roccazzo in una rapina finita male. “Caduto”, è la parola che ripete Vito, quasi a lasciar intendere che suo fratello c’è ancora. Per questo, anche al tempo del Covid-19, la famiglia Discrede vuole comunque ricordare un figlio e un fratello.

Lo fa con “Un fiore per Dani”, titolo delle iniziative organizzate dal comitato spontaneo “Verità e giustizia per Daniele Discrede”: la pandemia non consente manifestazioni numerose e più partecipate come quelle degli anni scorsi, ma “non poteva accadere che le limitazioni impedissero di ricordare Daniele e il suo sacrificio – affermano Vito Discrede e il comitato – e le circostanze hanno benevolmente voluto che, proprio a ridosso della data dell’omicidio, si allentassero le restrizioni sanitarie di questi mesi e si consentisse così di ritrovarsi agli amici più cari, ai parenti e a quanti gli hanno voluto bene, se pur in forma protetta”.

Così, dopo la messa di ieri nel quartiere Cep, oggi alle 18 in via Roccazzo 92 verrà deposto un fiore sul luogo dove quella sera di sei anni fa il commerciante palermitano venne colpito per difendere sua figlia. Il comitato sottolinea che “tutte le altre manifestazioni che ogni anno sono servite a celebrare il ricordo di Daniele, dal coinvolgimento delle scuole ai tornei sportivi alle rappresentazioni teatrali, si svolgeranno non appena l’emergenza pandemia sarà terminata del tutto e gli spazi potranno essere frequentati con normalità”.

“La cosa sarebbe dovuta finire con mio fratello che consegnava la borsa con l’incasso – rimpiange Vito Discrede nel ricordare la tragedia – ma lui era molto genuino, così come lo si vede in quelle immagini che hanno registrato la rapina. Nella vita è stato sempre così, sanguigno, verace, una persona che dava tutto, sì, ma che era sempre come quella sera. Dico solo che giocando a calcio è riuscito a rompermi il naso pur giocando nella mia stessa squadra. Una cosa impossibile. Siamo stati espulsi tutti e due, e io, che ero pure il capitano, mi beccai sei giornate di squalifica. Avere mio fratello al proprio fianco significava essere sereni, ma avere anche qualche problema. E quella sera è andata così, in un secondo avrà pensato: ‘Ho una moto di milleduecento chili, faccio quello che devo fare’. Un giorno spero di incontrarlo di nuovo, per chiedergli se la mia impressione è giusta”.

Al di là delle impressioni, però, nei tribunali sembrano rimanere sempre meno tracce del caso. “Quando gli inquirenti si sono accorti che si trattava chiaramente di una rapina finita male, sembrava tutto si dovesse risolvere – racconta il fratello della vittima –. C’era la macchina, una Citroën C3 già coinvolta in altre rapine, c’era il percorso che faceva, c’erano ore e ore di video, delle sagome e il modus agendi di queste persone. Insomma pensavamo che questa gente venisse tolta di torno dalla giustizia. Purtroppo – osserva – dopo due anni il procuratore Ennio Petrigni ci dice che non si riesce a venirne a capo”.

Arriva la richiesta di archiviazione, che la famiglia Discrede però impugna ottenendo il respingimento nel febbraio 2019 grazie a una serie di nuovi rilievi. Il fascicolo torna alla Procura, che svolge un supplemento di indagini senza però approdare a una svolta decisiva. “A fine dicembre 2019 abbiamo ricevuto un’altra richiesta di archiviazione, che sarebbe stata discussa a marzo – dice Vito – ma il Covid ha bloccato tutto. Ma pandemia o no, in generale il risultato per il cittadino è negativo”.

Anche se le speranze di trovare i colpevoli iniziano ad affievolirsi, Daniele è ancora nelle vite di chi lo ama. “Quest’anno niente incontri nelle scuole, niente manifestazione il 2 giugno al Teatro De Seta per il suo compleanno, niente fiaccolata per dare un segnale al quartiere che noi non l’abbiamo dimenticato. Questa serie di mancanze ci aveva fatto pensare di ricordarlo appena passava tutto – spiega Discrede – ma poi un giorno, mentre compravo il pane, una persona che conosco mi ha detto: ‘Stu anno morinu tutti cuasi’, quest’anno muore tutto. Mi sono sentito piccolo piccolo. Anche a costo di andare a commemorarlo in completa solitudine, io ci sarei andato. Perché anche in un tempo così grigio, oggi mio fratello non può stare solo”.


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