Un giorno con i lavoratori| Viaggio nel megastore occupato - Live Sicilia

Un giorno con i lavoratori| Viaggio nel megastore occupato

DI GIADA LO PORTO Livesicilia ha passato una giornata con i lavoratori di Grande Migliore che hanno occupato dal 7 gennaio la sede di viale Regione siciliana, a Palermo. Protestano contro la fase di stallo della procedura per la riapertura del mega store. Il 28 gennaio un tavolo al ministero dello Sviluppo economico. Ecco come passano le giornate in attesa di tornare al lavoro.

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PALERMO – Dal 7 gennaio occupano lo storico megastore, decisi a non interrompere la forma di protesta fino a quando la procedura per riaprire il grande magazzino non si sbloccherà definitivamente. Un iter ancora in stallo a causa della mancata offerta da parte del gruppo Gieco, della famiglia Bellavia, per il piano inferiore del centro commerciale (contenuto nel bando di assegnazione ma senza le dovute autorizzazioni per esser fruito).

I lavoratori di Grande Migliore proseguono con la linea dura, non lasciando mai il presidio della sede ‘scoperto’. Neppure per pochi istanti. E così, a sedici giorni dall’occupazione, le telecamere di Livesicilia si sono recate all’interno del negozio di viale Regione Siciliana per osservare da vicino lo svolgersi delle attività e la divisione quotidiana di ‘compiti’. Al nostro arrivo un gruppo scrive su un lenzuolo bianco frasi sentite, da appendere all’ingresso. “Questa porta è rimasta chiusa troppo tempo ormai … – si legge su uno striscione -. Si deve aprire! Lo gridiamo noi, lo chiede la città tutta”.

Entrando, poi, si nota il grande via vai di gente. I lavoratori hanno organizzato tutto nei minimi dettagli per non rimanere impreparati di fronte alle evenienze. C’è chi abbozza un elenco per i turni settimanali da dividere in almeno tre tranche a giornata con l’avvicendamento dei lavoratori tra mattina, pomeriggio e notte, chi prepara il caffè, chi fa la spesa e chi si occupa di spazzare e mantenere pulita la sala. “Ogni mattina lascio i miei bimbi a scuola e vengo qui – racconta Maria Stella Ciancimino – perchè credo in questa lotta e ciò che mi spinge a battermi con tutta me stessa sono proprio loro. Anche se piccoli, per adesso percepiscono la tensione, mi vedono uscire di casa e chiedono ‘Mamma stai andando al lavoro?’. Io rispondo di sì con un groppo al cuore. In realtà vengo qui per lottare con la speranza di donare loro un futuro sereno”. Ed ecco scattare il primo cambio turno allo scoccare delle due. Alcuni tornano a casa, soprattutto le mamme per preparare il pranzo ai figli. Altri rimangono a fare compagnia ai colleghi appena arrivati, per mangiare insieme un boccone e discutere sul da farsi.

Ma nel corso della giornata si cerca anche di allietare gli animi dei lavoratori, con quel che si può. E, tra una partita a carte e qualche battuta, qualcuno ha pensato bene di portare anche una tv e una radio. “La notte è lunga – dicono i presenti – e la maggior parte delle volte non si riesce a dormire. Così guardiamo un film, un documentario, o ascoltiamo insieme qualche canzone”. Girando per la sala si notano dei letti improvvisati: semplici sdraio con un cuscino e una coperta dove qualcuno riposa qualche istante gli occhi, dopo aver passato tutta la notte in piedi. E domenica scorsa i lavoratori hanno anche ricevuto una gradita sorpresa. Un gruppo di clienti – raccontano alcuni lavoratori – è venuto a portarci la propria solidarietà, dell’ottima di pasta al forno e dei dolcini. Un modo per dimostrare la propria vicinanza e dire “siamo con voi, non mollate”. “La gente è meravigliosa – dice Giuseppe Biondo – passano e lasciano sacchetti pieni di spesa, tovaglioli, piatti, bicchieri e tutto quello che ci può servire per continuare nell’occupazione. Sono anche venuti dei ragazzi di Caserta che hanno appreso della nostra vicenda e, per dimostrarci solidarietà, ci hanno donato un vassoio pieno di sfogliatelle provenienti dalla loro terra”. Per domenica 24 è persino prevista la celebrazione di una messa all’interno dei locali: “Attendiamo che il prete ci dia la disponibilità – dicono ancora i lavoratori – per celebrare con le nostre famiglie un momento di preghiera”.

E se la macchina della solidarietà si è mossa sin dai primi giorni di occupazione, lo stesso non si può dire per la burocrazia. “Questa vertenza ormai va avanti da troppo tempo – dice Mimma Calabrò, segretario della Fisascat Cisl Sicilia, presente per dare manforte ai dipendenti -. I lavoratori sono stanchi ma non mollano perchè sanno che stanno lottando per il proprio posto di lavoro, per la propria dignità e per la propria famiglia”. Il tempo però stringe e, al momento, il futuro di queste persone è appeso a un filo. A partire dal 7 marzo, infatti, si rischia la mobilità. “Riteniamo che i tempi per definire il tutto entro i termini non ci sono – prosegue la Calabrò – abbiamo quindi chiesto al commissario straordinario una eventuale proroga per altri tre mesi, a partire da quella data, per mettere in sicurezza i lavoratori”.

Il 28 gennaio, intanto, la Calabrò si recherà a Roma insieme a una delegazione di dipendenti per prendere parte a un incontro con rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico e con il commissario straordinario Macario in attesa della riunione del comitato di sorveglianza prevista per il tre febbraio. “Abbiamo aperto il polo Notarbartolo e quello di Trapani – incalza Roberto Ferrara -, non vediamo il perchè non debba partire questo negozio che era quello di traino per tutte le attività di Migliore. Non molleremo”.


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