21 Marzo 2017, 06:06
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PALERMO – Se nel borsino elettorale le quotazioni delle primarie del centrodestra scendono, salgono invece quelle degli outsider. Di quei candidati che sono rimasti fuori dalla lotteria dei gazebo-fantasma e che potrebbero essere il nome di mediazione da offrire alla coalizione per trovare una, non facile, soluzione condivisa.
Che le primarie si allontanino è ormai un dato di fatto. Anche quelli che le hanno reclamate a gran voce, strappando a Gianfranco Miccichè e a Forza Italia un sì, ne vanno prendendo atto. Le resistenze dalle parti dei berlusconiani sono note e il cammino verso il gazebo quanto mai accidentato. Teoricamente entro il 27 marzo vanno presentate le firme per le candidature. L’uomo da battere, Nello Musumeci, ci sta lavorando. Gli indipendentisti siciliani si sono attivati per Gaetano Armao, i salviniani per Angelo Attaguile. Forza Italia resta ferma. E questo la dice lunga su quanto nel partito si creda nel progetto, vedi anche al riguardo le dimissioni di Marco Falcone da coordinatore del tavolo delle primarie.
E allora chi sarà il candidato del centrodestra alle Regionali? Musumeci non mollerà facilmente. Ma Forza Italia farà a tempo debito la sua mossa. E anche Saverio Romano e i suoi avranno un ruolo di kingmaker. Magari seguendo il percorso su cui già da un pezzo il centrodestra siciliano sta lavorando, quello dell’allargamento dei confini tradizionali della coalizione. Tema politico assai caro ai cuffariani. Che ha partorito ad esempio il progetto Ferrandelli a Palermo. E che potrebbe portare a uno schema non troppo dissimile a Trapani. “Faremo di tutto per trovare un candidato condiviso prima del 23 aprile”, ha detto lo steso Miccichè nelle scorse settimane.
Allargare al centro, anche con un occhio a Roma. Perché se le Politiche si terranno a scadenza naturale, senza voto anticipato, le Regionali siciliane saranno un succulento antipasto. E se all’anno nuovo le elezioni nazionali non avranno un chiaro vincitore, come si prevede a Roma, a quel punto tra Camera e Senato potrebbero prendere corpo maggioranze bipartisan di “responsabili” che si contrappongono alle forze anti-sistema. E in un quadro simile, che potrebbe vedere in teoria Forza Italia e renziani sulla stessa barca, non è da escludere che le geometrie politiche dell’Ars ne risentirebbero, con un grande patto di legislatura, inciucio direbbero altri, tra forze che erano andate divise alle Regionali.
Alla luce di questi ragionamenti, il nome da tirar fuori per evitare le primarie potrebbe essere quello di un centrista di comprovata vocazione. Un nome “digeribile” anche dai moderati dell’altra sponda politica. E se, come pare, Stefania Prestigiacomo (che sarebbe tanto gradita da Berlusconi per il ruolo) non sarà della partita, altri papabili outsider si affacciano.
Per esempio Giovanni La Via. L’eurodeputato catanese resta coperto ma il suo nome nei conciliaboli sul tema candidature a Palazzo d’Orleans non manca mai. Forte di un grande risultato personale alle ultime Europee, il politico di Ncd potrebbe tornare alla vecchia casa del centrodestra e rappresentare un’offerta centrista e moderata.
C’è poi il nome di Roberto Lagalla, sempre lui. L’eterno papabile si è già attivato, lanciando il suo pensatoio Idea Sicilia, un movimento che produca contenuti e programmi, fuori dagli schemi destra-sinistra. Un po’ come lui, che ha ottimi rapporti nel centrodestra ma anche un buon feeling con i renziani del Pd. Potrebbe essere lui il nome per fare da ponte verso un elettorato centrista?
Un’altra opzione è rappresentata da Giusy Savarino, altra centrista di matrice democristiana. L’ex deputata regionale è portavoce di #DiventeràBellissima ma anche ottimi rapporti personali con Totò Cuffaro e un buon dialogo politico con Forza Italia. Ed è donna ed è giovane, due possibili valori aggiunti in campagna elettorale. Al momento Savarino si è spesa per Musumeci, spingendo per le primarie. “Io credo che la Sicilia non è molto lontana dalla candidatura di una bella figura di donna”, diceva a Livesicilia l’anno scorso Totò Cuffaro in un’intervista in cui manifestava la sua simpatia per Fabrizio Ferrandelli, su cui alla fine il centrodestra è andato a convergere.
Un quarto nome potrebbe essere quello dello stesso Gaetano Armao. Che è sì il candidato dei sicilianisti (non del movimento indipendentista di Massmo Costa come erroneamente indicato in una prima stesura dell’articolo) ma non dispiace anche a pezzi di Forza Italia per il suo profilo moderato. I cuffariani però non apprezzano troppo la sua storia politica di vicinanza a Raffaele Lombardo, che dal gruppo di Romano non è amato dopo la drammatica rottura che si consumò tra l’allora governatore e l’Udc qualche anno fa.
E poi, tornando in casa Forza Italia, potrebbe tornare in gioco il nome di Salvo Pogliese, di cui si era parlato per un pezzo e che da qualche settimana è un po’ uscito di scena. Il deputato regionale catanese però è un ex An, non esattamente un centrista. Ha detto di volersi lanciare nella mischia anche il forzista Enzo Gibiino, che però a Palermo non sembra riscuotere entusiasmo.
I giochi sono aperti e l’incastro resta tutto da trovare. Ma che davvero il popolo del centrodestra siciliano si radunerà ai gazebo il 23 aprile oggi sono in pochi a crederlo ancora.
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21 Marzo 2017, 06:06