Cronaca

“Figlia invalida, senza sostegno”: la battaglia di Daniele e Magda

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14 Novembre 2020, 15:25

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CATANIA – Difficoltà economiche, aggravate dalla pandemia. Tanta preoccupazione per la salute della propria figlia e, soprattutto, la netta sensazione di essere stati presi in giro da chi, invece, avrebbe dovuto tutelarli e sostenerli. 

La storia

È la storia di Daniele e Magda, e della loro figlioletta. Tutto inizia nel 2019 quando alla bimba, appena nata, viene diagnosticata l’agenesia renale, l’assenza di uno dei due reni. L’organo superstite lavora al 70%, una percentuale sufficiente per vivere ma che obbliga a continui controlli per verificare che la situazione non peggiori. Parte da allora, dalla diagnosi, l’’odissea della famiglia, originaria di Zafferana etnea e costretta ad affrontare non soltanto le insidie di una malattia che potrebbe peggiorare, ma soprattutto le difficoltà economiche che tutto questo comporta. “Abbiamo iniziato sin da quando mia moglie ha fatto l’ecografia morfologica – spiega Daniele – e combattiamo ancora oggi”. 

I controlli ogni due mesi

La piccola, che oggi ha un anno e nove mesi, è costretta a sottoporsi, ogni due mesi, a specifici controlli che vengono effettuati a Messina. Un viaggio costoso per chi, come Daniele e Magda, non può contare su uno stipendio: lui, guardia giurata oggi disoccupato, lei casalinga, vivono con il reddito di cittadinanza. Che non permette loro, però, di sostenere le spese – circa 280 euro ogni volta. Difficoltà a cui fanno fronte non mangiando, se serve. 

La richiesta di invalidità

Daniele e Magda decidono dunque di iniziare l’iter per farsi riconoscere l’indennità di accompagnamento. Un iter lunghissimo, che inizia ad Acireale ma che dopo una serie di porte chiuse, arriva a Roma dove, finalmente, la pratica viene istruita. C’è un però: l’invalidità viene sì riconosciuta, ma è quella di frequenza. È cioè riconosciuta per i minori che hanno difficoltà in età scolare. “È la pediatra che ci fa notare come mia figlia abbia diritto all’invalidità civile – continua Daniele – per le spese che dobbiamo sostenere ogni bimestre per fare controllare la bambina. Ha inviato il certificato all’Inps in cui ha diagnosticato l’agenesia del rene sinistro rappresentando la necessità di un sostegno medico oltre che economico.per scongiurare i problemi che potrebbero insorgere nella fase di crescita e che metterebbero a rischio la vita di mia figlia”.

L’odiessea

Nel luglio 2019 arriva la comunicazione dall’Inps di Acireale. “Ci siamo presentati alla commissione medica di Acireale – prosegue Daniele – ma senza visitare la bambina o vedere alcun incartamento, ci hanno congedato.  Il 30 agosto 2019 ci arriva il verbale della commissione medica in cui la bambina viene dichiarata non invalida, ovvero la riconoscono portatrice di handicap ma non grave”.

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La battaglia mediatica

La famiglia intraprende una battaglia mediatica. Per fare revisionare la pratica. “Il 5 novembre 2019 siamo chiamati a una nuova visita di fronte alla commissione medica di Catania – aggiunge. Questa volta, viene visionato tutto l’incartamento e visitato mia figlia. Da quel momento non abbiamo saputo più nulla”. Daniele e Magda, a questo punto, si rivolgono a un legale. “Nel gennaio 2020 ho fatto agire un nostro legale che ha sollecitato la risposta dall’Inps. Che ci dice che la pratica è stata trasferita a Roma – racconta ancora il papà. Alla fine di giugno ci arriva il verbale definitivo della commissione medico superiore di Roma che riconosce mia figlia come minore invalido, con difficoltà persistenti a svolgere i compiti della sua vita, ma ci concede l’indennità di frequenza e non quella di accompagnamento. 

L’indennità “sbagliata”

Ma la bimba non ha ancora due anni e, anche se il riconoscimento è retroattivo ad aprile 2019, Daniele e Magda non hanno diritto perché la bimba non frequenta né l’asilo nido né altra struttura.  Da qui la richiesta all’Inps di modificare la tipologia di indennità, almeno fino alla revisione della pratica istruita, nel 2022. “Mi assumo la responsabilità di quello che dico – tuona Daniele: sono convinto che ci è stata data invalidità di frequenza solo ed esclusivamente per tapparmi la bocca. Ma con l’indennità di frequenza a me non spetta un centesimo di arretrato”. A meno che la bimba non frequenti un asilo nido pubblico o privato, o una struttura riabilitativa sotto il controllo dell’Asp.

La richiesta

“Ma noi non sapevano che occorreva tutto questo iter – tuona ancora il papà. E ci sentiamo presi in giro. Anche se ci hanno riconosciuto gli arretrati sin da aprile 2019, noi non abbiamo diritto a nulla dal momento che la bambina non frequenta alcuna struttura. Per questo rivolgiamo un appello all’Inps, affinché riveda la posizione di mia figlia almeno fino alla revisione della pratica”. Prevista appunto per il 2022. “A quel punto si vedrà – conclude Daniele – perché la nostra speranza è che mia figlia non abbia più bisogno di nulla e che possa vivere serena”.

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14 Novembre 2020, 15:25

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