19 Dicembre 2024, 06:00
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Ora il pensiero corre a te, che magari te ne stai rintanata in qualche località buia, nel tuo cuore fragile. Tu, la mamma che ha partorito un figlio per strada, a pochi giorni dal Natale, in un angolo lontano dalle luminarie della festa, a Palermo.
Quel bambino è nato nella prossimità di un’altra nascita, che ha fatto epoca, quando ci sentiamo tutti più buoni. Quando la luce della nostra sensibilità aumentata rischiara perfino zone solitamente oscure.
Ed è proprio l’alba luminosa della storia ad avere avuto ragione della sua notte: tu sei stata vista. Qualcuno ha ascoltato il tuo grido e ha pensato di non dovere passare oltre, né alzare le spalle.
Qualcuno ti è stato accanto e ti ha tenuto le mano. Qualcuno, adesso, veglia su quel bimbo che forse non conoscerà mai la vera storia del suo primo Natale.
Noi restiamo qui, come sospesi, tra miracolo e abbandono. Non sappiamo che nome dare, che definizione appiccicare alla massa incandescente delle nostre emozioni. Ma nessuno può giudicare.
Chissà se abbiamo riflettuto abbastanza sullo snodo. La speranza sboccia, dove è stato seminato il dolore. I miracoli avvengono quando lo strazio è acuto. Chi li ha incrociati, rendendosi conto subito del loro respiro straordinario e del fatto che fossero ‘cose’ non ‘suggestioni’, a qualunque titolo, fra cielo e terra, lo sa. Il dramma umano e la grazia di un dono si toccano.
E poi c’è oggettivamente di mezzo Fratel Biagio Conte, col suo sguardo splendente, come le stelle sopra via Archirafi, nella zona del ritrovamento e della Missione. Fratel Biagio che ci manca come l’acqua, l’aria e il pane, ma che è qui con noi, nella misura infinita del suo cammino.
In fondo, questa vicenda estrema e atroce di cronaca ha le sembianze di un presepe.
C’è un bambino. C’è una madre. C’è una capanna di lamiera. C’è chi è arrivato da vicino o da lontano per soccorrere.
Adesso il pensiero corre a te, mamma. E nessuno che non sia nelle tue scarpe può giudicare. In un modo confuso, pericoloso e lacerato, una vita è venuta al mondo, contro ostacoli e circostanze che avrebbero potuto annientarla. Cos’è, se non è la speranza? Come dovremmo chiamarlo, se non miracolo?
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19 Dicembre 2024, 06:00