09 Settembre 2013, 11:52
2 min di lettura
PALERMO– Una nuova perizia, l’ennesima, per valutare le condizioni di salute di Bernardo Provenzano. A conferire l’incarico a due esperti è stato il giudice per le indagini preliminari di Palermo, Piergiorgio Morosini. Un decisione quella del Gip sollecitata indirettamente dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna che nei giorni scorsi ha stabilito che Provenzano deve rimanere al 41 bis. C’è il rischio, sostengono i giudici bolognesi, che il padrino corleonese sia ancora in grado di comunicare con l’organizzazione e questo lo rende socialmente pericoloso.
“Le sue condizioni di salute e la sua ridottissima capacità di interloquire con l’esterno – si legge nella motivazione della Sorveglianza di Bologna – che hanno determinato la sospensione del processo a suo carico per la trattativa Stato-mafia, non sono incompatibili con il regime di carcere duro”. Ed ancora: “Non è chiaro quanto ci sia di autentico e quanto di intenzionale nella sua manifestata incapacità di intendere e di volere”. Un passaggio decisivo dell’ordinanza, quasi a dire che Provenzano potrebbe simulare la sua incapacità di comunicare con l’esterno. Non la malattia. Perché che Provenzano sia gravemente malato è un dato assodato a cui erano già giunti i periti nominati da Morosini che aveva così deciso di sospendere la posizione processuale del capomafia da quella degli altri imputati rinviati a giudizio perché avrebbero, secondo l’accusa, partecipato al presunto e scellerato patto fra pezzi delle Istituzioni e i mafiosi.
I periti nominati dal Gip conclusero, a marzo scorso, che “il signor Provenzano risulta affetto da una sindrome parkinsoniana rigido-acinetica di grado severo, associata a postumi disabilitanti di ematoma subdurale (si tratta dei postumi della caduta del boss avvenuta in carcere ndr). È pertanto da escluderai una capacità anche minimale di partecipare coscientemente all’udienza”. Ora Morosini, sulla base di quanto messo nero su bianco dal Tribunale di Bologna, ha incaricato gli tesi periti di allora che proprio a causa della caduta non erano riusciti a completare il loro lavoro. La perizia sarà immediata. Bisogna, infatti, rispondere all’istanza dei legali di Provenzano, gli avvocati Rosalba Di Gregorio e Franco Marasà e alla loro voluta provocazione: “Se Provenzano simula allora processiamolo subito e portiamolo in aula, davanti alle Tv, così l’Italia intera sarà contenta”.
Pubblicato il
09 Settembre 2013, 11:52