Una stalla nella sede Asi |Ma riqualificare costa troppo

di

05 Giugno 2012, 22:14

2 min di lettura

II centro direttivo dell’Asi di Campobello-Ravanusa alla fine a qualcuno è servito. Non certo agli imprenditori della zona, perché dei 51 lotti destinati agli insediamenti industriali sono pochissimi quelli funzionanti. Non certo ai potenziali investitori che vista la mancanza di collegamenti stradali, l’assenza di una rete adsl, la scarsa illuminazione, e una rete di distribuzione idrica fai-da-te, della quale hanno sì usufruito le imprese, ma senza alcun tipo di pagamento del bene pubblico acqua, e senza alcun controllo.

Questo “ecomostro” è servito solo ad alcuni contadini, che hanno utilizzato l’edificio, costato alla Regione circa otto miliardi delle vecchie lire, come stalle per i propri animali. Altri, invece, hanno rubato dagli impianti di trattamento delle acque i cavi di rame e altri atti vandalici. Altri ancora, a vantaggio di una convenzione durata otto anni si sono serviti della stessa acqua depurata.

Articoli Correlati

Eppure il centro direzionale sarebbe dovuto essere “un incubatore di imprese, in forza di una convenzione sottoscritta dal Consorzio nel 2006 con Sviluppo Italia S.p.a.” ha scritto l’attuale commissario dell’Asi di Agrigento, Alfonso Cicero, che come l’assessore regionale alle Attività produttive Marco Venturi, ritiene ormai inutile ogni tentativo di riqualificazione: “Gli elevati costi di gestione per riportarla ad un livello funzionale minimo sarebbero proibitivi per chiunque”.

L’edificio, infatti, mai stato utilizzato, va dritto verso la demolizione. E l’assessore Venturi, nel giorno in cui quest’area è stata dichiarata “zona franca” dal governo regionale, ha voluto mostrarlo ai giornalisti, come “l’emblema di un vecchio sistema che serviva soltanto a favorire determinate aziende vicine alla mafia e che ha prodotto soltanto enormi buchi alle sgangherate casse pubbliche, ingrassando solo le tasche di pochi e noti soggetti. Attraverso la riforma delle Asi, con la costituzione dell’Irsap, e con la Zona Franca per la legalità, contribuiremo a scardinare questo sistema, di cui l’area industriale di Campobello di Licata-Ravanusa è il triste esempio da non ripetere”.

Pubblicato il

05 Giugno 2012, 22:14

Condividi sui social