Università, docente si incatena | "Basta con i baronati" - Live Sicilia

Università, docente si incatena | “Basta con i baronati”

Il professore di Scienze delle Costruzioni Tito Panzeca critica le scelte della presidenza della Facoltà di Architettura e del Senato Accademico, che ieri ha stabilito i criteri per l'assegnazione di 23 dei 36 posti di ricercatore disponibili. La replica del rettore Lagalla: "Il suo settore è arrivato ultimo nella selezione. Promesse e baronie fanno parte di una logica che non comprendo e alla quale non appartengo".

PALERMO – Si è presentato come ogni mattina alla Facoltà di Architettura, ma oggi invece di salire in cattedra si è incatenato a una colonna nell’atrio dell’edificio di Viale delle Scienze. “Non posso sopportare questa ulteriore ingiustizia: quel posto da ricercatore spettava da anni al mio settore, ma all’ultimo minuto hanno cambiato le regole”, sostiene Tito Panzeca, ingegnere e docente ordinario di Scienza delle Costruzioni a Palermo. Il prof critica le scelte della presidenza della Facoltà di Architettura e del Senato Accademico, che ieri ha stabilito i criteri per l’assegnazione di 23 dei 36 posti di ricercatore disponibili. “Nella valutazione effettuata – dice Panzeca – non si tiene conto delle eccellenze prodotte. Lavoro da anni in una Facoltà che, purtroppo, è conosciuta in Italia più per i casi di ‘baronato’ che per meriti accademici, e ancora un volta è stata commessa una ingiustizia. Mi limito a rilevare un dato oggettivo: è stata ‘declassata’ la materia di mia competenza mentre è stata premiata per la seconda volta in due anni la materia nella quale insegna chi ha ‘parenti illustri’ qui dentro”. Nel corso della sua carriera professionale e universitaria, Panzeca ha portato avanti ricerche apprezzate a livello internazionale, come quella sulla tecnica di recupero “low cost” degli edifici storici attraverso l’installazione di catene sui muri della struttura, o la ricerca sulla “valutazione dell’energia accumulata nel sottosuolo a causa dei movimenti di masse contrapposte”, che fornisce nuove ed importanti indicazioni sullo studio sui terremoti. Dopo essersi incatenato, Panzeca ha ricevuto la solidarietà di diversi studenti e di alcuni colleghi.

A fargli visita anche il prorettore vicario dell’Ateneo palermitano, Vito Ferro, che ha provato a “rassicurarlo”: “L’assegnazione di quel posto da ricercatore è solo rinviata – ha detto – in Senato accademico abbiamo fatto un’eccezione assegnando ad Architettura 3 posti su 4, altrimenti Farmacia sarebbe rimasta scoperta senza neanche un ricercatore. In questo modo tutte le Facoltà hanno avuto almeno un posto. Il quarto ricercatore ad Architettura sarà assegnato il primo gennaio 2014, c’è un preciso impegno in questo senso”.

Rassicurazioni che, però, non hanno convinto Panzeca a interrompere la protesta. “Questo discorso mi è stato fatto già tre volte negli anni passati – ha detto – ormai sono vicino alla pensione, pensavo che fosse un giusto riconoscimento per chi ha prodotto risultati di eccellenza dei quali questa Università dovrebbe essere orgogliosa. Sono amareggiato: il messaggio che stiamo mandando ai giovani è che, ancora una volta, ‘i soliti noti’ fanno carriera, mentre i meriti passano in secondo piano”.

* Aggiornamento ore 18.10
“Ormai da anni gli organi di governo dell’Ateneo di Palermo, d’intesa con le facoltà e i dipartimenti attribuiscono i posti di ricercatore secondo i criteri di priorità, necessità e merito”. Così il rettore Roberto Lagalla, commenta la protesta del prof. Tito Panseca che oggi si è incatenato nell’atrio della facoltà di Architettura. “In quest’ultima tornata – spiega – sono stati anche considerati i risultati del progetto di valutazione della qualità della ricerca (Vqr) che nell’ambito della facoltà di Architettura vedono il settore scientifico del professore Panzeca collocarsi all’ultimo posto tra le 4 proposte della facoltà. Pertanto il posto di ricercatore non ha trovato collocazione in questo anno accademico tra i 23 posti messi a concorso, dei quali solo 3 riferiti alla facoltà di Architettura. Le promesse e le baronie – conclude il rettore – appartengono a una logica che non comprendo e alla quale non appartengo”.


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