Università, statuto illegittimo |Pignataro: “Ateneo tutelato”

di

03 Marzo 2015, 11:30

1 min di lettura

CATANIA – Approvato il 30 novembre 2011 dall’ex rettore etneo Antonino Recca, a due anni dal ricorso del Miur è stata diffusa ieri la sentenza, datata 27 febbraio, del consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana: lo statuto universitario è illegittimo. In molti avevano storto il naso, le polemiche avevano da subito investito l’Ateneo, ma soltanto oggi a due anni dal ricorso del Miur il riconoscimento ufficiale della sua illegittimità.

“Ritengo opportuno e doveroso segnalare alla nostra comunità accademica e insieme al nostro territorio quanto segue – spiega il rettore Giacomo Pignataro – la sentenza si esprime su un ricorso del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Successivamente al mio insediamento, è stato avviato un processo di modifica dello Statuto volto, tra l’altro, a intervenire proprio sulle norme contestate dal Miur, conclusosi con una delibera del Senato Accademico del 30 settembre 2014 che ha approvato in via definitiva le modifiche statutarie”. Modifiche che sarebbero state apprezzate dal Ministero tanto da autorizzarne la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, un intervento che oggi tutelerebbe l’Ateneo dalle potenziali conseguenze negative sulla propria attività istituzionale derivanti dalla recente sentenza del CGA.

“L’Ateneo ha in modo sereno e doveroso, già preso contatti con l’Avvocatura distrettuale dello Stato, che ha rappresentato in giudizio il Miur – prosegue Pignataro nella nota ufficiale – e con lo stesso Ministero, proprio al fine di richiedere un autorevole conforto alle decisioni fin qui assunte, come è metodo correntemente praticato dalla mia amministrazione”.

Articoli Correlati

La sentenza dunque, stando alle dichiarazioni di Pignataro, non lederebbe l’immagine dell’Ateneo, ma anzi sottolinierebbe la volontà di confronto dell’Ente.  “Una linea di confronto, non soltanto interno all’Ateneo ma con le altre Istituzioni, questa è l’unica strada per affermare un esercizio responsabile della propria autonomia, senza esporsi a conflitti ricorrenti oltre che a rischi giudiziari inutili e dannosi”.

 

Pubblicato il

03 Marzo 2015, 11:30

Condividi sui social