Cronaca

Valentina, morta al Cannizzaro: in appello stop ai testimoni

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13 Marzo 2024, 13:33

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CATANIA. La Corte d’appello dice no alla riapertura del processo. Si chiuderà il mese prossimo il processo d’appello per la morte di Valentina Milluzzo, la 32enne che perse la vita il 16 ottobre 2016 al Cannizzaro di Catania dopo aver perso, alla diciannovesima settimana di gravidanza, i due gemellini che portava in grembo. Il 29 aprile è in programma la requisitoria del pg d’appello, al processo a carico dei quattro medici condannati in primo grado a 6 mesi, che hanno fatto ricorso in appello.

La sentenza di primo grado, si ricorda, ha assolto tre medici, tra cui il primario. Sei mesi hanno preso invece, come detto, altri quattro medici, ovvero Silvana Campione, Giuseppe Maria Alberto Calvo, Alessandra Coffaro e Vincenzo Filippello. I quattro, “in servizio nel reparto e in sala parto”, si sarebbero avvicendati nei turni di guardia tra il 15 e il 16 ottobre di otto anni fa. I giudici hanno detto di no all’ammissione di un nuovo testimone e all’acquisizione di nuovi documenti.

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L’accusa

Secondo l’accusa i medici condannati, “in concorso e cooperazione” colposa “tra loro”, avrebbero provocato la morte di Valentina, che era stata ricoverata per minaccia di aborto in gravidanza gemellare bicoriale. La Procura ha contestato ai medici l’omicidio colposo per “imprudenza, negligenza e imperizia”. Una colpa che sarebbe consistita, tecnicamente, “nella mancata attuazione di una terapia antibiotica adeguata”, “mancato tempestivo riconoscimento della sepsi in atto”, “mancata raccolta di campioni per esami microbiologici”, “mancata tempestiva rimozione della fonte dell’infezione: i feti e le placente” e la “mancata somministrazione di emazie durante l’intervento”.

Questo, secondo l’accusa, avrebbe “determinato il trasmodare della sepsi in shock settico irreversibile con conseguente insufficienza multiorgano e coagulazione intravascolare disseminata”. La morte di Valentina, che aveva solo 32 anni, sarebbe dovuta a questo. Il tribunale in primo grado, si ricorda, ha anche disposto il pagamento di una provvisionale di 30 mila euro alla sorella della vittima, che si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Salvatore Catania Milluzzo. La parte civile, ovviamente, è presente anche in appello.

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13 Marzo 2024, 13:33

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