Il Pd sceglie un pm | Il Palazzo si divide

di

29 Ottobre 2014, 16:42

3 min di lettura

PALERMO – La sfida era impari – non per demeriti suoi -, ma Vania Contrafatto si è “difesa” bene. La testimonianza di Giorgio Napolitano al processo sulla trattativa Stato-mafia non ha offuscato l’altra notizia del giorno: la nomina del pubblico ministero nel Crocetta ter. Forse con la delega all’Energia.

Come spesso accade il Palazzo si spacca. In molti le fanno gli auguri – non sono mancati baci e abbracci -, altrettanti non ne condividono la scelta. Alcuni, solo alcuni però, e solo i più intransigenti, non hanno gradito l’alleanza con il “nemico”. Berlusconi è ancora distante, ma la riforma della giustizia targata Matteo Renzi non piace a tanti magistrati in servizio a Palermo. Vania Contrafatto sarebbe stata indicata dall’area Pd che fa capo a Davide Faraone, dunque al premier Matteo Renzi. Da qui l’alleanza con il “nemico” di cui sopra.

Chiacchiere da corridoio in un Palazzo dove la Contrafatto stamani era alle prese con i soliti fascicoli. E potrebbe averne per un po’, visto che non ha ancora chiesto al Csm la collocazione fuori ruolo, tappa obbligatoria per chi decide di appendere, momentaneamente, la toga al chiodo. E non si possono prevedere i tempi di risposta del Coniglio superiore della magistratura.

Vania Contrafatto, vice segretario nazionale di Unicost, la corrente centrista della magistratura, 43 anni, indossa la toga dal 1999. In questi anni ha coordinato diverse inchieste: dai sequestri delle pompe di benzina dove sarebbero stati riciclati i soldi della mafia ai blitz antiprostituzione, dal traffico di droga ai reati commessi a danno delle fasce più deboli. Tanti i casi di stalking affrontati, tanto da essere diventata un’esperta in materia.

Articoli Correlati

Due anni fa fu vittima di una minaccia. Una voce maschile telefonò a casa dei genitori del pm. Il messaggio era fin troppo chiaro. “Il magistrato Vania Contrafatto la dovrà pagare”. Nel 2012 di lei si parlò nell’ambito di una faccenda politica. Antonello Cracolici, allora capogruppo del Pd all’Ars, la buttò lì durante una conferenza stampa. Erano i giorni dell’inchiesta sui presunti brogli alle primarie indette dai democratici per scegliere il candidato a sindaco di Palermo. L’indagine coinvolgeva due rappresentanti di lista di Fabrizio Ferrandelli, appoggiato da Cracolici che disse: “Per sapere qualcosa sui presunti brogli alle primarie forse avremmo dovuto essere a una cena elettorale che si è tenuta sabato a Mondello alla quale hanno partecipato, oltre al candidato sindaco Leoluca Orlando, alcuni pm di Palermo che seguono le indagini sulla vicenda”.

Il riferimento era alla cena organizzata da Sandro Leonardi, candidato dell’Idv e poi eletto al Consiglio comunale e marito della Contrafatto. Alla cena c’erano il capo della Procura Francesco Messineo e alcuni aggiunti. E c’era pure Orlando. Il caso, ad onore del vero, si sgonfiò presto. Anche per le parole degli stessi magistrati che fecero sapere di “non avere preso parte ad alcuna cena elettorale in favore dell’onorevole Orlando. Hanno partecipato a un ricevimento in una casa privata di una collega e amica per festeggiarne l’inaugurazione. A detto ricevimento erano presenti numerosi altri magistrati pure di altri uffici e, per qualche tempo, anche l’onorevole Orlando”.

Polemica chiusa. Ora il Pd la propone nella giunta Crocetta. Le sarà affidato un incarico delicato visto che nel settore delle energie alternative si annida spesso il malaffare. Chi conosce bene la Contrafatto si dice sicuro che affronterà al meglio la sfida. Una sfida raccolta di certo non a cuor leggero. Perché al di là della durata del suo impegno politico, che le auguriamo sia lungo e proficuo, se un giorno dovesse decidere di indossare di nuovo la toga, Vania Contrafatto dovrà farlo in un distretto diverso e lontano da Palermo e della Sicilia.

Pubblicato il

29 Ottobre 2014, 16:42

Condividi sui social