PALERMO – Un addio annunciato, scontato, e adesso anche consumato. Franco Vazquez saluta Palermo, la saluta come meglio non avrebbe potuto fare e va via senza alcun rammarico. Anzi, dopo aver lasciato i rosa in Serie A, il Mudo può concentrarsi su sé stesso: una big, altre ambizioni, trofei da alzare al cielo e una maglia azzurra da riconquistare con un nuovo commissario tecnico, dopo la delusione dell’Europeo sfuggito di mano. Nonostante ciò, la stagione del fantasista italo-argentino è tutto fuorché negativa: “Personalmente è stato un anno molto buono – ha dichiarato Vazquez al portale argentino Dxt Carlos Paz – per il gruppo non tanto, perché abbiamo avuto molti cambi e questo ci ha condizionato. Grazie allo sforzo di tutti siamo potuti risalire e nell’ultima giornata siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo che ci eravamo proposti a inizio anno”.
Da “spalla” di Paulo Dybala a leader di un Palermo capace di attraccare in porto nel bel mezzo della tempesta. Una crescita a livello caratteriale che gli ha permesso, di fatto, di guadagnarsi una maglia in una big: “Per me è stato un anno molto buono, perché sento di essere cresciuto in molti aspetti. Quando le cose non vanno come si spera, è qui che uno deve farsi forza, abbassare la testa e lavorare il doppio. Anche per il fatto che tutti speravano di fare diversamente”. Maggiori responsabilità, in una stagione che avrebbe dovuto essere quella dell’esplosione sua e del Palermo. Almeno sul piano personale, Vazquez può essere soddisfatto degli sviluppi mostrati: “Avere questo peso, mi ha fatto crescere sia dentro che fuori dal campo”.
Conciliare questa crescita con una permanenza a Palermo, oggettivamente, non è più possibile. “Si è chiuso un ciclo – prosegue il fantasista – non posso dare al Palermo più di quel che ho dato. Sono stati tre anni molto belli, ora ho bisogno di cambiare aria e avere nuovi stimoli, nuovi obiettivi, lottare per cose più importanti”. Anche Vazquez, dunque, si iscrive all’elenco dei talenti passati da Palermo e sbocciati al punto di andare via, di non poter più essere trattenuti. Però, a differenza di altri, non avrà il rimpianto di aver salutato il popolo rosanero con una delusione. La serata di Palermo-Verona, alla fine, ha ripagato Vazquez di una stagione a dir poco travagliata: “La cosa più bella è stato salutare nel migliore dei modi, realizzando quel che avevamo promesso con tutto il gruppo, e questo mi rende felice”. E il futuro? Tutto ancora da decidere: “Per ora non c’è nulla, voglio solo godermi le vacanze perché è stato un anno stressante. Più in là, quando arriverà giugno, penserò a dove andare nella prossima stagione. Chiaramente il campionato italiano lo conosco abbastanza bene e adattarmi non sarebbe difficile come potrebbe essere altrove. Sono disponibile ad ascoltare tutte le proposte e accettare quella che credo migliore”.
E alla fine di questa stagione, se proprio dev’esserci una delusione, quella ha le sembianze di un aereo in partenza per la Francia. Tra i ventitré atleti in maglia azzurra che saliranno a bordo, non ci sarà Vazquez, che sulla sua importanza per la nazionale italiana ha scommesso sin dall’inizio. Una scelta non di comodo, quella di accettare la convocazione di Conte nella passata stagione. Non un “sì” dovuto alle difficoltà nel farsi notare dall’Argentina, tant’è vero che la disponibilità è arrivata ben prima della chiamata del commissario tecnico. Tra le onde anomale di questo campionato, un sogno doveva per forza naufragare, e per fortuna del Palermo quel sogno è soltanto l’Europeo: “Era un obiettivo che mi ero prefissato sin dall’inizio di questa stagione – conclude Vazquez – però devo rispettare le decisioni dell’allenatore, che siano giuste o meno”.
