Cronaca

Scuola e didattica a distanza: le voci dai licei palermitani

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28 Ottobre 2020, 07:45

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PALERMO – La scelta è stata fatta: l’ordinanza del presidente della Regione sancisce il cento per cento della didattica a distanza per scuole superiori, con lezioni in presenza solo per gli alunni con disabilità. La scelta di Nello Musumeci trova riscontro anche nell’ultimo Dpcm, che stabilisce la Dad almeno al 75 per cento su tutto il territorio nazionale. Una decisione che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha definito “non facile” e dovuta a una curva del contagio “molto preoccupante”. In Sicilia la questione ha una dimensione doppia: da un lato ha innescato polemiche fra le figure chiave dell’istruzione, dall’altro ha riacceso i fari sull’importanza della scuola come ‘centralina’ dei tracciamenti. Fra i due fuochi ci sono i dirigenti scolastici, costantemente al lavoro dall’inizio dell’estate e sempre più consapevoli dell’efficienza dei propri mezzi.

Botta e risposta Suraniti-Lagalla

Alla base dei malumori interni una riunione urgente convocata dall’Ufficio scolastico regionale il 23 ottobre. Sul tavolo c’era proprio quanto stabilito dall’ultima ordinanza del presidente della Regione. Il quell’occasione il direttore generale dell’Usr, Stefano Suraniti, aveva osservato in una nota che “il breve preavviso non consentirà alle istituzioni scolastiche di intervenire tempestivamente” per “rendere fruibile immediatamente per tutti gli studenti la didattica a distanza”.

Parole che non sono piaciute all’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, intervenuto parlando di “comportamenti contrastanti con il principio di leale collaborazione istituzionale” e di “irritualità delle dichiarazioni”. “Si ha difficoltà a comprendere la dichiarata incapacità dell’Usr di far fronte, da subito, alla didattica a distanza – ha aggiunto Lagalla – visto che nel recente passato il valoroso corpo docente della Sicilia ha già affrontato con successo tale modalità di insegnamento. Né può ignorarsi che l’opzione Dad è esplicitamente contemplata in Dpcm e pronunciamenti ufficiali del governo Conte”.

Le scuole rispondono “presente”

Ma come procede il rapporto degli istituti siciliani con la didattica a distanza? A Palermo parlano i protagonisti, i dirigenti scolastici.”La scuola è tristemente vuota – dice il preside del Magistrale Regina Margherita, Domenico Di Fatta -. Gli studenti sono a casa e stanno seguendo le lezioni attraverso i tablet e i pc”. Anche al liceo Classico Vittorio Emanuele il passaggio si è svolto senza problemi: “Per noi è stato ancora più semplice – dice il dirigente Massimo Leonardo – visto che da settimane gli studenti per tre giorni frequentavano a scuola e per tre giorni erano a casa con la Dad”. Il passaggio fra le due tipologie di didattica “non ha creato particolari problemi” neanche al liceo scientifico Stanislao Cannizzaro, come dice la preside Anna Maria Catalano, ricordando che “il sistema era già stato utilizzato da alcune classi anche durante questo inizio di anno scolastico”.

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“La didattica a distanza non risolverà i problemi”

Matteo Croce, dirigente scolastico del liceo linguistico e delle scienze umane Danilo Dolci, spiega che la sua scuola sta “raccogliendo i frutti dell’aver lavorato anche sabato e domenica: disponiamo già di un orario preciso, che prevede anche le pause prescritte per allontanarsi dagli schermi”. A suo dire però “la Dad rimane un punto debole. Perciò avevamo investito fondi ed energie nella cosiddetta didattica integrata: infrastrutture per cablare la scuola e renderla tecnologica, tanto che alcuni docenti mi hanno già chiesto se possono fare lezione telematica dall’aula stessa. Poi non spettano a noi le decisioni nazionali, ma sicuramente con la didattica a distanza non risolveremo i problemi”.

Tra i motivi, secondo Croce, c’è il fatto che “gruppi di alunni più o meno numerosi si riunirebbero nella stessa casa per il collegamento. Però poi all’estremo opposto c’è la nostra scuola: due soli casi di positività acclarata e banchi monoposto già pronti nelle aule. E non solo, perché altro materiale è stipato in magazzino – aggiunge – in attesa che la Città metropolitana di Palermo completi dei lavori in aule a noi destinate. Le aspettiamo dal 30 settembre. Ma a noi la politica non interessa, l’obiettivo a cui siamo chiamati è garantire l’istruzione dei ragazzi in piena sicurezza. Grazie alla scuola ci sono circa trenta milioni di persone tracciate quotidianamente. Riflettiamo su quello che mancherebbe ricorrendo alla sola didattica a distanza”.

“Già rodati ma provati dal ritmo”

Dal liceo classico Umberto I, il preside Vito Lo Scrudato sostiene di poter affrontare a testa alta le nuove misure: “Credo le scuole abbiano già una grossa dotazione, dato che escono già da tre mesi di didattica a distanza. Nel nostro liceo siamo rodati, anche perché già praticavamo la Dad a turni per alleggerire il numero di alunni in presenza. Certo, l’annuncio è stato piuttosto brusco – aggiunge – ma all’Umberto I abbiamo lavorato con molta tenacia al completamento della Dad in tutte le classi. D’altronde partivamo forti già prima del lockdown, perché negli ultimi dieci anni abbiamo ampliato la dotazione usando tutti i fondi europei disponibili a ogni occasione. Oggi tutto ci torna molto utile”.

Al netto delle buone notizie, però, Lo Scrudato non può fare a meno di segnalare che “la scuola è in una situazione di grande disagio: siamo in una condizione in cui dobbiamo mettere in essere riorganizzazioni dell’intera attività docente in poche ore, e questo non può essere pensato come facile dato che bisogna mobilitare un centinaio di docenti e una trentina di applicati di segreteria per non parlare dei 1.200 alunni e altrettante famiglie. Ci sentiamo provati da questo ritmo, è dall’inizio della pandemia che sulla scuola si scarica un carico di lavoro organizzativo a cui ci sottoponiamo per senso del dovere ma che così ci mette fortemente in difficoltà”.

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28 Ottobre 2020, 07:45

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