Voto segreto in Senato | Sì a carcere per i giornalisti

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15 Novembre 2012, 10:33

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Senato, foto d'archivio

ROMA – Un fulmine a ciel sereno si è abbattutto ieri a Palazzo Madama. Torna il carcere per i giornalisti condannati per diffamazione. Con un voto a scrutinio segreto, chiesto dalla Lega Nord e dall’Api di Rutelli, è saltata l’intesa di maggioranza che mirava ad eliminare la detenzione. I membri del Senato con 131 voti favorevoli hanno approvato l’emendamento che prevede la reclusione fino ad un anno come pena alternativa alla sanzione pecuniaria di 50mila euro. Sono stati 94 i voti contrari, 20 invece gli astenuti.

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Il colpo di scena ha fatto dunque saltare l’accordo politico che aveva portato ad una condivisione del testo Berselli. Il Pd ha subito chiesto la sospensione dei lavori sul decreto legge diffamazione, accolta di buon grado dal Presidente del Senato, Renato Schifani. Della prosecuzione dell’iter si occuperà, quindi, la conferenza dei capigruppo che Schifani ha convocato per domani alle 12.30, anche in vista della definizione dei lavori della prossima settimana.

A difendere apertamente il blitz di ieri, il senatore dell’Api Franco Bruno, che in Aula ha tuonato contro la libertà di diffamare, e Roberto Maroni, per il quale l’iniziativa della Lega è stata solo una provocazione, non essendoci alcun rischio di galera per i giornalisti.

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15 Novembre 2012, 10:33

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