Zes, il Commissario Carlo Amenta ospite al Festival del Management - Live Sicilia

Zes, il Commissario Carlo Amenta ospite al Festival del Management

Il forum alla Bocconi di Milano

La natura, le potenzialità, i risultati raggiunti e gli obiettivi a medio e lungo termine, le sinergie istituzionali, i coni d’ombra, l’effetto Wimbledon e i poteri del Commissario straordinario del Governo per le ZES. Questi alcuni dei temi affrontati lo scorso sabato all’Agorà istituzionale  ‘’Zone Economiche Speciali, innovazione e sviluppo internazionale’’ inserita nel calendario del primo Festival del Management  – organizzato dalla Società Italiana di Management SIMA – e tenutosi all’università Bocconi.

Moderati dall’editorialista del Mattino, Nando Santonastaso, il Commissario straordinario del Governo ZES Sicilia Occidentale, Prof. Carlo Amenta, Il Commissario ZES Campania e Calabria, Avv. Giosy Romano, il vice presidente nazionale di Confindustria, Dott. Vito Grassi e il coordinatore delle ZES per l’Agenzia della Coesione Territoriale, Dott. Lorenzo Alessi, hanno tracciato – da punti di vista diversi – il profilo normativo, esperienziale e potenziale delle Zone Economiche Speciali.   

«Le ZES – ha detto il Commissario Amenta – costituiscono una grande occasione di coesione e di riduzione del divario e ci consentono, in questa sede, di dare un’immagine del Sud diversa. Un SUD che non si piange addosso, che non imputa alcun tipo di tradimento. Ciascuno di noi sa quali sono i problemi della classe dirigente e riteniamo di potercene fare carico in parte e di potere lavorare affinché si assottigli questa distonia all’interno del Paese».

Le agevolazioni fiscali e ancor di più l’autorizzazione unica rappresentano due strumenti fondamentali per la promozione e il potenziamento delle ZES.

«Le ZES nel mondo – continua il Commissario Amenta – sono circa 5700 e godono di agevolazioni fiscali e amministrative. Sulle prime, come Paese, non siamo molto competitivi ma questo dipende dal bilancio pubblico che ha una coperta troppo corta. In alcuni Paesi come ad esempio la Polonia, lo Stato consente agli imprenditori di insediarsi a costo zero, nel caso italiano ha dotato lo strumento di importanti agevolazioni come il Credito ZES (per le PI il 45% per investimenti fino aa 100 milioni), detassazione degli utili, Contratto di sviluppo e  le Zone franche doganali a cui stiamo già lavorando. Ma la vera risorsa è l’Autorizzazione unica rilasciata dal Commissario che consente alle imprese di interfacciarsi esclusivamente con la nostra struttura e non più con i singoli enti pubblici con cui collaboriamo fattivamente e nei quali abbiamo trovato grandissime competenze e voglia di fare».

La struttura commissariale ZES Sicilia Occidentale, dedicata a questo, fa dunque da sportello di attrazione, semplificazione e velocizzazione. Ad oggi sono state rilasciate già tre autorizzazioni uniche (valide sia per l’insediamento che per l’esercizio dell’impresa) che inglobano le 34 autorizzazioni dei singoli enti e tante altre sono al vaglio dei consulenti tecnici.

Affinché le ZES possano attrarre investimenti è necessaria dotarle di tutte quelle infrastrutture che ad oggi sono assenti o inadeguate.

«Nella letteratura economica  – ha continuato il Commissario Amenta – le ZES funzionano solo quando presentano alcune caratteristiche, una di queste è l’infrastrutturazione. Il Sud, inutile ribadirlo, non ha al momento delle infrastrutture adeguate o paragonabili al resto d’Italia. Nell’area industriale di Trapani, di mia competenza, ad esempio, non vi sono servizi di depurazione e fognature, in altri comuni vi sono strade che non consentono alle imprese di muoversi in maniera efficiente riducendo così i costi. Consapevoli di queste difficoltà oggettive e per ovviare a ciò, il Governo ha inserito una norma che consente ai Commissari di agire da stazione appaltante in deroga al Codice degli appalti per gli interventi PNRR.  Personalmente, ma ho contezza che anche gli altri Commissari si siano mossi nella stessa direzione, ho già mandato in gara i lavori del PNRR e sono tranquillo che entro il 31 Dicembre 2026 porteremo a termine ciò che ci è stato affidato».

Un sistema che funzioni necessita che tutte le parti coinvolte agiscono sinergicamente e in un’unica direzione. Ad oggi il ‘’sistema ZES’’ coinvolge i Comuni, le Regioni, le associazioni di categoria, le sigle sindacali sotto l’egida dell’Agenzia della Coesione Territoriale che supporta i Commissari anche selezionando sui territori competenze utili.

«Il tema delle ZES che oggi trattiamo in questa prestigiosa location – ha detto Vito Grassi, vice presidente nazionale Confindustria, Presidente Consiglio delle rappresentanze regionali e per le politiche di Coesione territoriale con delega alle ZES – è una rappresentazione reale e tangibile di un management pubblico che funziona. Le ZES hanno il grande merito di essere un progetto strategico che, per definizione, come imprenditori è ciò che chiediamo a chi ci governa. Una vision di medio e lungo periodo su tutti gli obiettivi da puntare e raggiungere. Merce rara nel nostro Paese. Strategia che ha retto, in questo quinquennio, allo spoil system degli avvicendamenti politici e via via ha migliorato la normativa per culminare, fortunatamente, nella nomina dei Commissari. Non c’è sviluppo senza crescita dei territori e delle imprese. Noi abbiamo adottato le aree ZES, una strategia che non apparteneva all’area industriale ma l’abbiamo fatto per rinforzarla e supportarla».

Il tema del panel ha suscitato grande interesse da parte dei partecipanti al festival e alla domanda se non fosse più proficuo specializzare ogni ZES in modo da individuare una mission imprenditoriale univoca, il Commissario Amenta ha risposto:

«La mia idea è riassumibile in quello che chiamo effetto Wimbledon. Wimbledon non è un torneo in cui gli inglesi hanno creato le condizioni affinché vincesse un inglese ma un torneo strutturato in modo tale che sia il posto più bello dove poter giocare. La mia idea del ruolo del Commissario è la stessa ovvero creare quel campo da gioco in cui i giocatori più bravi vengono e i migliori fanno lo spettacolo che devono fare. A noi non resta che fare da arbitri. La mia speranza, dunque, è che riusciamo – nel rispetto della caratterizzazione e vocazione di ciascuna delle aree e in ragione di quelle che sono le peculiarità che gli individui e le imprese vogliono dare – a preparare il miglio campo da gioco possibile».


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