08 Novembre 2019, 13:47
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CATANIA – Giorgio Santonocito, già direttore della Asp di Agrigento e dell’ospedale Garibaldi di Catania, è stato nominato nuovo direttore generale della Asl Roma 5 di Tivoli. Alla decisione del presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, formalizzata in un decreto pubblicato il cinque novembre, si era opposta la Codacons, che in una nota aveva ricordato il rinvio a giudizio di Santonocito a Catania per un presunto caso di abuso di ufficio. Il manager ha firmato ieri e prenderà servizio dal 18 novembre. A quel punto, alla Sanità siciliana servirà un nuovo manager.
Richiamando un lungo elenco di atti, il decreto firmato da Zingaretti racconta la lunga sequenza messa in moto per verificare l’idoneità di Santonocito a dirigere un’azienda sanitaria. Il direttore generale di Agrigento era stato scelto da una rosa di 17 candidati stilata ad aprile da una commissione di esperti, e da settembre, quando Zingaretti aveva dato ordine di predisporre gli atti per la sua nomina, la macchina amministrativa si è concentrata sulla verifica dei requisiti richiesti dalla legge per nominare i direttori generali, come l’assenza di condanne penali e da parte della corte dei Conti e l’assenza di motivi di incompatibilità con l’incarico di direttore generale.
Rimesse in ordine, carte e verifiche hanno permesso al presidente della regione Lazio e segretario del Pd di nominare Santonocito alla guida dell’Asl Roma 5 di Tivoli, con un contratto di tre anni. Tornerà a essere vuota, così, la posizione da direttore generale dell’Asp di Agrigento. Contattato per un commento, l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, contattato ha risposto: “Mi spiace che il dottor Santonocito, apprezzato direttore generale, abbia deciso di lasciare Agrigento. Immagino che nella formazione manageriale di un dirigente di valore vi sia il desidero di nuove esperienze curricolari. Gli auguro ogni successo e, dopo la formale cessazione del suo mandato, si provvederà alla nomina del nuovo di DG secondo le norme nazionali vigenti”.
Alla nomina si era opposto il Codacons: l’associazione per i diritti dei consumatori aveva diramato una nota in settembre in cui richiamava il rinvio a giudizio di Santonocito da parte della procura di Catania, per un presunto caso di abuso d’ufficio. Il procedimento, nato da un esposto dello stesso Codacons, riguarda la proroga di un incarico di medico esterno da 40 mila euro conferito nel 2015 a Valentina Scialfa, poi nominata assessore allo sport della giunta di Enzo Bianco e non coinvolta nelle indagini. “Questa notizia non ha evidentemente preoccupato nessuno – si legge nella nota del Codacons – non si spiega infatti come alla commissione di esperti e soprattutto a Nicola Zingaretti possa essere sfuggita una simile notizia quando ha posto la sua firma alla nomina di Santonocito, a maggior ragione ora che il partito di cui è segretario si appresta a governare con un Movimento che del giustizialismo ha fatto un cavallo di battaglia”.
E così, il presidente del Lazio e segretario nazionale del Pd pesca in Sicilia. “Come mai? Ho fatto un concorso – spiega Santonocito – ed è andata bene. La politica non c’entra nulla: avevo provato le selezioni anche in altre regioni. La mia è una scelta personale, familiare e professionale. E lascio la Sicilia anche con un po’ di dispiacere, visto che lavoro nella pubblica amministrazione siciliana da circa vent’anni. Ne approfitto per ringraziare l’assessore Razza che ha seguito passo passo la mia scelta e che sta davvero rinnovando la Sanità dell’Isola”. Ma c’è sullo sfondo quella vicenda giudiziaria sollevata anche dal Codacons: “Una vicenda che certamente mi ha creato un danno, anche di immagine – dice Santonocito – ma ritengo che quella proroga al contratto sia assolutamente legittima”. Su quell’incarico, però, c’è anche l’ombra della politica: “La dottoressa Scialfa era uno degli ottocento medici del Garibaldi. Non aveva nessun particolare rapporto né con lei, né con Enzo Bianco, al contrario di quello che vorrebbe far credere qualcuno. Per il Comune ho svolto solo un incarico di tre mesi e del tutto gratuito e comunque antecedente a quella nomina. Non a caso – conclude – ho chiesto il rito abbreviato: sono assolutamente sereno riguardo al mio operato e spero che si possa fare chiarezza nel più breve tempo possibile”.
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08 Novembre 2019, 13:47