Lo spauracchio - Live Sicilia

Lo spauracchio

Il leader del Movimento 5 Stelle è arrivato a Messina per piantare le tende nell'Isola. La sua missione: convincere indecisi e potenziali astenuti, una massa di elettori che potrebbe sparigliare. E che turba i sonni dei partiti "tradizionali".

Il leader del Movimento 5 Stelle in Sicilia
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PALERMO – È il giorno dello tsunami. Beppe Grillo sbarca questa mattina a Messina e per diciassette giorni pianterà le tende nell’isola a dare una mano al “suo” Giancarlo Cancelleri. E a turbare i sonni dei politici siciliani.

Nel caos di una campagna elettorale confusa e poco esaltante, infatti, lo tsunami Grillo vien dal mare e rischia di sparigliare tutto. Nessuno oggi può prevedere le conseguenze politiche di diciassette giorni con un Grillo parlante scatenato che imperversa in lungo e in largo per città e paesini siciliani: di certo, il profeta del Movimento 5 Stelle, sbarca in un’Isola che appare terra feconda per i suoi anatemi anticasta. I partiti tradizionali si presentano agli elettori con sul groppone i risultati tutt’altro che esaltanti dei governi regionali dell’ultimo decennio. I poli di un tempo sono divisi e litigiosi, il Parlamento regionale riceve visite quasi quotidiane dalla Guardia di Finanza, i candidati più in vista polemizzano a forza di videotape e querele. Manna dal cielo per Grillo e i suoi. Soprattutto alla luce del dato che ritorna in tutti i sondaggi e che vede un altissimo tasso di indecisione tra l’elettorato e una propensione all’astensionismo senza precedenti. È questa la sfida che il comico genovese vuole giocare fino in fondo, presenziando di persona nei giorni più caldi della campagna elettorale: conquistare gli indecisi e convincere chi ha deciso di non votare ad andare alle urne per rompere con i partiti tradizionali.

Per spuntarla, Grillo – dopo la traversata dello Stretto, grande trovata pubblicitaria – marcerà al ritmo di due-tre comizi al giorno, un tour d’altri tempi, una presenza sul territorio che nessun altro leader nazionale sta assicurando in questa campagna. E forse a ragion veduta. Perché le sofferenze dei partiti romani fanno sì che i competitor della sfida siciliana limitino al massimo i riferimenti alle segreterie nazionali. Prendete Nello Musumeci, che corre per riuscire nell’impresa epica di rianimare un centrodestra a trazione Pdl, mentre a Roma i retroscenisti dei giornali quotidianamente preconizzano il funerale del partito di Berlusconi. Difficoltà anche per Crocetta, sostenuto dall’inedito tandem Pd-Udc, proprio mentre nella Capitale il feeling tra Bersani e Casini scende ai minimi storici degli ultimi mesi. Grasso che cola per Grillo, insieme ai Fiorito, agli scandali e allo stillicidio di notizie che quotidianamente scava un fossato sempre più profondo tra il Palazzo e la gente. In quello spazio il Movimento 5 Stelle tenta di incunearsi e i sondaggi fin qui lo confortano. E se già oggi in Sicilia il candidato grillino è accreditato dai sondaggi di dati non lontani dalla doppia cifra, una massiccia e prolungata iniezione di Beppe Grillo potrebbe (in politica, più che altrove, nulla è mai certo) spingere il geometra Cancelleri ancora più in là. Fin dove non è facile prevederlo oggi. Ma c’è da scommettere che da stamattina, i partiti in Sicilia abbiano uno spauracchio in più. Venuto dal mare.

 


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