La nuova legge sulla sburocratizzazione porta la sua firma. Anche se quell’emendamento del governo che assegna qualcosa di simile ai “pieni poteri” alla giunta regionale, norma che ha fatto gridare all’emergenza democratica il Pd, non piace nemmeno a lui. Lui è Luca Sammartino, renziano. Che si toglie qualche sassolino dalla scarpa verso il governo Musumeci. E tende una mano dalle parti della coalizione di centrodestra.
Onorevole Sammartino, soddisfatto per il via libera alla sua legge?
“Sì, perché nasce da un’iniziativa parlamentare durante la finanziaria, come emendamento. Poi con il presidente Micciché si è deciso di renderlo un ddl autonomo. Si è lavorato in commissione per migliorarlo e parlare a due grandi categorie, il cittadino e l’impresa da una parte, e i comuni dall’altro, per l’opportunità di sbloccare i cantieri. Dobbiamo puntare decisamente sullo sblocco delle opere pubbliche, per gran parte delle quali le coperture già ci sono ma che sono rimaste ferme, per generare occupazione e riattivare il sistema economico.
Alla fine però il ddl passa con i voti del governo e della sua maggioranza. E i vostri, renziani.
“Il governo ha disertato i miglioramento del disegno di legge in commissione e poi, dopo un testo condiviso in prima commissione dalle forze di maggioranza e opposizione, in primis il Pd, arrivati in Aula è iniziato questo continuo scontro istituzionale tra governo e Parlamento. Il presidente della Regione ha annunciato di avere approvato un proprio ddl e quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: se il Parlamento aveva lavorato a una sua legge perché doveva farlo il governo?”.
E così è spuntato l’emendamento dei “pieni poteri” che ha fatto parlare il Pd di “legge liberticida”.
“Non condivido quell’emendamento del governo contro cui ho votato. Penso che sia inapplicabile, incostituzionale e fuori dalla ratio del disegno di legge. Che ha un altro spirito, quello di dare fiducia ai cittadini ma aumentando i controlli. Questo ddl rappresenta un nuovo modo di approcciarsi alla pubblica amministrazione e consentirà al singolo cittadino il soddisfacimento dei propri diritti. Finalmente nessuno dovrà cercare la scorciatoia”.
Lei ha ricordato il lavoro di squadra delle opposizioni in commissione. Al voto finale però l’opposizione si è spaccata. E voi di Iv avete votato col governo.
“No, è il governo che ha votato con noi. Il ddl porta la mia prima firma. Mi è dispiaciuto vedere un voto non unanime. Il M5S e il Pd hanno lavorato in commissione su questo ddl ma in Aula non lo hanno votato per quell’emendamento governativo. Penso che sia un’occasione mancata. Anche perché il presidente dell’Assemblea ha difeso le prerogative del Parlamento e m pare importante sottolinearlo. Un ddl contrastato dalla stessa maggioranza di governo è un peccato che non sia stato votato dall’opposizione, visto che i gruppi più vicini al presidente della Regione hanno lavorato perché questo disegno di legge non si facesse. Il presidente della Regione ha inseguito una dinamica parlamentare e ha acuito lo scontro, peccato che questo era il primo punto del suo programma”.
C’è un feeling tra i renziani e Miccichè?
“Non c’è nessun feeling tra renziani e Miccichè, c’è il feeling tra le forze politiche che si fanno da fare per fare cose buone per i siciliani. Prerogativa del presidente dell’Assemblea è difendere l’istituzione, altre ricostruzioni non ci sono. Il governo non parla col Parlamento mentre maggioranza e opposizioni in parlamento si trovano. L’iniziativa parlamentare compensa l’inadeguatezza del governo regionale che non riesce a instaurare un rapporto di serenità”.
Insomma, davvero mi sta dicendo che non ci sono suggestioni neocentriste?
“Guardi, ho letto delle perplessità espresse dai Popolari e Autonomisti. Io credo che ci siano le condizioni affinché tante forze politiche che oggi stanno nella maggioranza del governo regionale con le quali ci accomunano idee che il governo non riesce a mettere in campo potrebbero collaborare con altre forze per votare insieme provvedimenti in Parlamento”.