Da Lampedusa a Milano per sostenere la maturità, la storia di Ester - Live Sicilia

In viaggio da Lampedusa a Milano|Ester e l’esame al tempo del Covid

La storia di una ragazza coraggiosa e di un cammino. Che continua.

Ester Sorrentino, diciotto anni, orgogliosa ragazza di Lampedusa, è sempre stata coraggiosa. Ha avuto, infatti, coraggio, a quattordici anni, quando prese la valigia e decise di andare a studiare a Milano. Ha coraggio ora che a Milano c’è tornata per affrontare la sua maturità, in un momento di ombre e paure, nell’epoca dell’incertezza. E adesso racconta qualcosa di sé.

“Ho scelto l’Educandato statale ‘Emanuela Setti Carraro’, perché è un liceo classico e nella mia isola, che amo moltissimo, quel tipo di indirizzo di studi non c’è”. Sorride Ester, di quei sorrisi che senti, anche se non li vedi, e continua: “In fondo ho anticipato i tempi, perché avevo in mente di lasciare la Sicilia per costruire il mio futuro. Dopo l’esame di maturità, dovrò studiare per la prova che mi consentirà di iscrivermi alla facoltà di Architettura”.

Non è facile, ma se hai cuore e idee riesci a cominciare il viaggio e a portarlo a termine. “No, non è stato facile – dice ancora questa isolana tenace – però a Milano ho trovato una seconda famiglia, mi hanno accolta benissimo e sono grata. E provo una sensazione di distacco, proprio come quando sono partita da Lampedusa”.

La trama curiosa delle nostre esistenze è intessuta di porte che non ti aspetti. Quando ne apri una e accetti la sua sfida ignota, non immagineresti mai che verserai lacrime nel viaggio di ritorno. Ma Ester, in procinto di crescere e di passare da una porta all’altra, resterà al Nord per studiare.

E poi c’è il Coronavirus, la storia nella storia. Alcune ragazze lampedusane, tra cui la ragazza innamorata di Eugenio Montale, il suo poeta preferito, avevano scritto alla ministra Azzolina per chiedere che fosse organizzato un esame online, scongiurando così ogni rischio: in giro c’era il rintocco più feroce della pandemia.

“Ora sono contenta di essere qui – dice Ester – per salutare tutti. Certo, un po’ di timore c’è, per gli spostamenti. E i voli costano tanto. I miei, pure mia madre che mi accompagna, sono stati in pensiero. Però, ripeto, adesso sono qui e sono felice”.

Ester ha tre sorelle con cui va d’amore e d’accordo. E’ nel frangente in cui ogni giovane donna e ogni giovane uomo reggono in mano un pennello, una tavolozza di colori e davanti hanno una tela bianca che reca soltanto un titolo: ‘Domani’.

“Sì, questo mi mette un po’ di apprensione – conclude lei – ma sono arrivata fino a qua e non mollerò”. Perché dietro l’angolo c’è sempre un’occasione di bellezza.

Come scriveva Eugenio, il poeta amatissimo da Ester: “Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo del cuore si sfa e in petto scrosciano le loro canzoni, le trombe d’oro della solarità”.

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