Il papà di Evan: "Era maltrattato| Hanno sottovalutato la situazione" - Live Sicilia

Il papà di Evan: “Era maltrattato| Hanno sottovalutato la situazione”

Oggi l'autopsia sul piccolo morto a Modica.
LA TRAGEDIA DI ROSOLINI
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“Me l’hanno ucciso. Non lo vedrò più”. Stefano Lo Piccolo, il papà del piccolo morto all’ospedale di Modica, è distrutto dal dolore e dalla rabbia. Per la morte del suo Evan Giulio, 21 mesi, sono stati fermati la madre del bambino Letizia Spatola e il convivente di lei Salvatore Blanco. Sono accusati di omicidio e maltrattamenti. Oggi pomeriggio sarà eseguita l’autopsia disposta dalla procura di Siracusa che dovrà fare maggiore chiarezza sulla tragedia che si è consumata nell’appartamento delle case popolari, a Rosolini, un complesso di palazzine già teatro di un altro atroce fatto di cronaca, la morte di Laura Pirri, arsa viva tre anni fa.

“Era maltrattato”

Le indagini del commissariato di Modica sono scattate quando i medici dell’ospedale Maggiore di Modica hanno notato i lividi sul corpo del bambino. Lividi che però i familiari di Evan, per la precisione la madre di Stefano, Elisa Congiu, avevano notato prima. Avvertendo Stefano. Che in Liguria, dove era andato a cercare lavoro, aveva presentato un esposto. A luglio, racconta lui, i primi di agosto dice l’avvocato. I servizi sociali del Comune erano andati a casa pochi giorni fa, ha detto il sindaco di Rosolini Giuseppe Incatasciato. Stefano, sconvolto, ora chiede giustizia: “Ho detto che il bambino era maltrattato: nessuno ha mosso un dito. Hanno sottovalutato di cosa erano capaci queste persone”.

“Non me lo mostravano”

Il suo legale ha parlato di minacce ricevute dall’uomo. Stefano conferma. Lo avrebbero minacciato di fargli del male se non avesse dato i soldi del mantenimento. Durante il lockdown, racconta, non aveva potuto lavorare. Di fare male a lui, però, non al bambino: “Altrimenti sarei corso a prendermelo”. Ultimamente, dice il giovane rientrato ieri sera in Sicilia per piangere il piccolo, aveva difficoltà a vederlo, anche sul cellulare: “Da due settimane e mezzo non lo vedevo neanche in video, ogni volta la madre me lo giustificava con una scusa diversa, secondo me volevano nascondermi i lividi. Ora pretendo giustizia. O la farò io, lo scriva”. Parole di un uomo devastato dal più cieco dei dolori. Per una tragedia sulla quale dovrà essere fatta chiarezza.

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