CATANIA – Si torna a colpire le squadre criminali che hanno assediato via Capo Passero e altre strade tra Trappeto nord e San Giovanni Galermo. Un nuovo, l’ennesimo, blitz che ha azzerato squadre di spacciatori di droga che hanno trasformato interi quartieri in roccaforte dell’illegalità. Ma la repressione non basta. Ne è perfettamente consapevole il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro che – stamattina in videoconferenza – ha evidenziato come dopo l’azione “della polizia giudiziaria deve seguire un recupero sociale del territorio da parte delle istituzioni, affinché si possano auspicare risultati concreti sul contrasto di questa tipologia di fenomeno criminale”. Il testimone dunque ora va a chi ha il compito istituzionale di riqualificare, fornendo gli strumenti idonei, questa parte di periferia che non può essere lasciata in balia della mafia militare.
“Il mio pensiero va a tutti gli abitanti, alla stragrande dei residenti di quelle zone, che sono costretti a convivere con l’illegalità”, gli fa eco il Tenente Colonnello Piercamine Sica, comandante del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Catania. “I residenti sono vittime di questi criminali che molte volte li privano anche di gesti che dovrebbero essere quotidiani e normali. Ma che in certe realtà diventano quasi una concessione. Alcune volte alcune persone non possono fare nemmeno rientro nelle loro abitazioni per portare i sacchetti della spesa. Perché se in quel momento è in corso un’operazione di controllo da parte delle forze dell’ordine i pusher si barricano nei palazzoni chiudendo portoni e cancelli come fossero di loro proprietà”.
Si concentra ancora sull’aspetto sociale il pm Rocco Liguori che ha coordinato l’imponente operazione di stamattina. “Dopo San Cristoforo e Librino dove abbiamo ottenuto brillanti risultati nel contrasto al traffico di droga e dove oggi sappiamo che le cose un po’ stanno cambiando, oggi siamo arrivati a San Giovanni Galermo un’altra zona dove il controllo da parte di queste squadre criminale è storico e radicale. Noi stiamo facendo la nostra parte per poter restituire questi quartieri ai cittadini e strapparli all’inquinamento e al controllo mafioso”. Ora però serve completare il puzzle. E questa volta serve la mano delle Istituzioni, non della magistratura. Catania attende.