La protesta dei forestali: "In attesa di convocazione e degli stipendi arretrati" - Live Sicilia

La protesta dei forestali: “In attesa di convocazione e degli stipendi arretrati”

Oggi il sit in: "Il tempo è scaduto, sveglia Regione"

PALERMO – “È intenzione del presidente della Regione presentare entro l’anno la riforma del comparto forestale. Noi, però, rimaniamo in attesa di una convocazione per conoscerne il contenuto. Inoltre, entro dicembre s’impegnano a pagare i salari arretrati”. A comunicarlo è il segretario della Flai-Cgil, Tonino Russo al termine della riunione, avvenuta oggi pomeriggio dopo il sit-in, con il capo di Gabinetto del governatore siciliano. “Siamo perplessi e preoccupati – commenta il segretario – sulla riforma che intende presentare Musumeci perché non la conosciamo. Potrebbe non andare incontro al mondo del lavoro e che non sia quella di cui ha bisogno la Sicilia. Se così fosse, compatibilmente con le misure del Dpcm, organizzeremo delle manifestazioni in tutta la Sicilia. Non può essere una scelta unilaterale senza coinvolgere le parti sociali. Noi abbiamo condiviso le nostre proposte con gli assessori regionali”.

“Il tempo è scaduto. Sveglia Regione”. È lo slogan che hanno utilizzato i forestali nel sit-in di questa mattina, davanti a Palazzo d’Orleans. Chiedono una riforma del settore che qualifichi e metta in sicurezza il lavoro, lo stop immediato al prelievo forzoso degli arretrati contrattuali (iniziato sulle buste paga di ottobre), il pagamento delle mensilità arretrate e il recupero delle giornate perse per malattia da Covid 19. Rivendicano una riforma del comparto forestale che abbia il duplice intento di assicurare la tutela, la salvaguardia e la promozione del patrimonio ambientale e naturalistico siciliano e quello di dare stabilità al lavoro dei forestali e garantirne i diritti. “Abbiamo chiesto due fasce di garanzia occupazionale – spiega Russo – 151 giornate a tempo indeterminato. I forestali sono passati da 35 mila del 2005 a 18mila nel 2020. Prima la regione siciliana spendeva 450 milioni di euro oggi ne spende 250. È arrivato il tempo di dare una risposta al comparto forestale e alla Sicilia che ne ha bisogno. È una regione ad alto rischio idrogeologico, incendi e desertificazione. Esistono le risorse europee – termina -che possono essere utilizzate per interventi sul territorio, stabilizzare i lavoratori e aprire a nuove assunzioni”. 


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