Il Gip di Palermo ha disposto la scarcerazione in giornata di Salvatore Barone, ex sindaco di Calatafimi Segesta ed ex direttore generale di Atm Trapani, fermato lo scorso 15 dicembre nell’ambito dell’operazione antimafia “Ruina”. Si tratta dell’inchiesta condotta dagli agenti del Servizio Centrale Operativo e delle squadre mobili di Palermo e Trapani, con il coordinamento della Dda, che ha portato al fermo di 13 indagati, compresi alcuni ritenuti vicini al boss latitante Matteo Messina Denaro, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, incendio, furto, favoreggiamento personale e corruzione elettorale, aggravati dal metodo mafioso o comunque per essere stati finalizzati a favorire Cosa Nostra.
L’accusa nei confronti di Barone, in particolare, quella di avere favorito le famiglie mafiose di Calatafimi e Vita, in quanto, – secondo gli inquirenti – nella qualità di presidente della cantina sociale Kaggera di Calatafimi, su indicazione di Nicolò Pidone, capo della famiglia mafiosa di Calatafimi, e attraverso Gaetano Placenza, suo fiduciario nella cantina, avrebbe favorito assunzioni di personale finalizzate a dare sostentamento alle famiglie dei detenuti mafiosi e, aggirando le norme statutarie interne, avrebbe anche dato somme di denaro a favore di esponenti di Cosa Nostra. Ma oggi il Giudice per le indagini preliminari ha rilevato la mancanza di gravi indizi di colpevolezza ed ha disposto la scarcerazione di Salvatore Barone.