"Viviana e Gioele erano in un pozzo, sono morti per asfissia"

“Viviana e Gioele erano in un pozzo, sono morti per asfissia”

La ricostruzione dei legali della famiglia depositata in Procura
IL GIALLO DI CARONIA
di
3 min di lettura

MESSINA – Gli avvocati Claudio Mondello e Pietro Venuti, legali di Daniele Mondello, padre di Gioele e marito di Viviana Parisi trovati morti lo scorso agosto a Caronia, hanno depositato alla Procura di Patti una relazione a firma dei Consulenti Carmelo Lavorino, Antonio Della Valle, Enrico Delli Compagni, alla quale hanno collaborato l’ esperta in Antropologia forense Nicolina Palamone, Tony Carbone referente Cescrin per la Sicilia e l’esperto informatico Gaetano Bonaventura.

La relazione è del tipo anticipatorio ed ha carattere propositivo e di collaborazione con la Procura, in quanto i consulenti sono ancora in attesa dei risultati delle attività info-investigative, delle consulenze e delle relazioni della Polizia Giudiziaria, del Servizio Italiano di Polizia Scientifica, dei Consulenti tecnici della Procura, dei filmati, delle foto e di tutto il materiale nel fascicolo, di ulteriori esami dei corpi da parte loro tramite la strumentazione Laser 3D.

Nella consulenza si legge: “Nessuna uccisione del piccolo Gioele da parte di Viviana, nessun suicidio e/o lancio dal famoso traliccio di Viviana. In realtà si tratta di abile messinscena organizzata da una “combinazione criminale motivata e coinvolta” tramite la traslazione dei cadaveri in zone sensibili proprio per inscenare il suicidio o la disgrazia ed allontanare da sé ogni responsabilità. Viviana e il piccolo sono precipitati nel bosco di Caronia all’interno di un invaso con circa 50 centimetri d’acqua sul fondo: un pozzo, una cisterna, un contenitore profondo 3-4-5 metri. I due sono precipitati contemporaneamente: Viviana si è fratturata diverse parti del corpo, specialmente la zona sinistra, le sono esplose due vertebre col tranciamento del midollo spinale, ha perso coscienza e sensibilità, è morta per asfissia”.

E ancora: “Gioele ha impattato col cranio zona temporale sinistra ed è morto per asfissia. Poi i due corpi, in tempi diversi, sono stati estratti dal fondo del pozzo con le mani e con appositi strumenti da parte di qualche ‘soggetto ignoto’: Viviana tirata fuori la tarda sera del 3 agosto o la mattina del 4 agosto e trasportata con apposito mezzo per la messinscena e il depistaggio e, nel trazionamento, le vengono strappati i capelli; Gioele tirato fuori successivamente (anche la mattina del 4 agosto) e depositato nel tragitto fra la zona piazzola e la zona traliccio, senza escludere che sia stato conservato in un contenitore di plastica e posizionato successivamente sul luogo del rinvenimento, dove il corpicino è stato oggetto di scempio da parte della fauna selvatica. I corpi dei due sono stati tirati su e fuori per essere oggetti di macabra messinscena al fine di un meditato depistaggio per autosicurezza e presa distanza dall’evento mortale”.

“Tutto – ancora la relazione – depone in tal senso, sia in positivo che in negativo: òo stato dei corpi e le fratture (proprie di precipitazione), i segni sul corpo e sui vestiti di Viviana. Lo stato dei denti dei due: le colorazioni rosa degli elementi dentari, parziali nei resti di Viviana e complete in quelli di Gioele, sono colorazioni strettamente correlate alle condizioni peri-mortem (durante la morte) dei due precipitati, ovvero a uno stato di asfissia occorso successivo alla precipitazione verticale di Viviana e di Gioele e di permanenza in acqua. L’assenza di ogni traccia che unisca Viviana al traliccio ed alla precipitazione dopo l’arrampicamento. L’impossibilità che Viviana abbia percorso il tragitto dalla piazzola al traliccio; l’impossibilità che si sia arrampicata sul traliccio e successivamente buttata; l’impossibilità che abbia potuto strangolare manualmente o con un mezzo costrittore Gioele facendolo morire per asfissia; l’impossibilità che Gioele si sia procurata la frattura al cranio durante l’incidente”.

I consulenti pubblicano sul sito www.cescrin.it alcune parti della loro relazione depositata in Procura, un documento di diciotto pagine che contiene tre punti di premessa, venticinque punti analitici, cinque indicazioni salienti, otto punti di conclusione, sedici richieste investigative. Fra le richieste investigative vi sono quella di un loro ulteriore sopralluogo sui luoghi del rinvenimento dei corpi; di un ulteriore accesso ai corpi però con la sospirata autorizzazione all’uso delle apparecchiature Laser 3D; di attività investigative per individuare tutti i pozzi della zona, cisterne e bacini artificiali (di proprietà e non) con tutti i dettagli e i particolari del caso.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI