Alleanza Pd-Cinque stelle, Villari: "Riaprire la trattativa" - Live Sicilia

Alleanza Pd-Cinque stelle, Villari: “Riaprire la trattativa”

Il segretario provinciale del Pd si è dato un obiettivo: aggiornare il dossier giallorosso, con o senza Di Guardo candidato

CATANIA – Angelo Villari non ci crede ancora che l’alleanza tra Pd e Cinque stelle, a Misterbianco, sia già stata archiviata e che non ci siano spazi di manovra per riaprire un nuovo varco che possa convincere i grillini a risedersi al tavolo. Non così, non ora. Il segretario provinciale del Partito democratico si è dato un obiettivo: aggiornare il dossier giallorosso con o senza Nino Di Guardo candidato sindaco (la sesta volta dalla fine degli anni Ottanta, quando fu il volto del “compromesso storico” Dc più Pci misterbianchesi). Purché, però, i pentastellati siano della squadra.  

Angelo Villari, come stanno le cose a Misterbianco?

“Mi permetta di partire da quanto abbiamo discusso in assemblea provinciale, altrimenti si perde un tassello importante…”

Prego… 

“La linea politica è stata approvata all’unanimità in assemblea e dice che dobbiamo costruire nei comuni in cui si vota un’alleanza forte tra Pd ed M5s e che abbiamo come perimetro quello delle forze che hanno sostenuto il Conte II”. 

Con o senza i renziani di Italia Viva?

“Non c’è alcun pregiudizio, ci mancherebbe. Dipende però se ci stanno, perché ultimamente c’è qualche difficoltà a capire quale percorso stiano perseguendo”

Chi può rientrare nel dettaglio amministrativo in questo progetto?

“Sicuramente il mondo civico e quello dell’associazionismo, a partire dalle forze sociali e produttive. Bisogna dialogare con quelle forze che siano alternative al centrodestra e persuase che le risorse del Pnrr siano orientate alla lotta alle diseguaglianze, che abbiano al centro i processi di modernizzazione del Paese, che s’impegnino nel rilancio della Sanità pubblica e dell’Istruzione”.

Al centro i contenuti, dunque?

“Io sono per allargare anche alle forze moderate, purché non siano iniziative figlie di quel trasformismo che ha già fatto tanto male al Pd”.

Ciò detto, possiamo entrare nel dettaglio amministrativo?

“Certamente. Noi puntiamo a progetti chiari e candidati sindaco condivisi. Lo dico per Adrano e Giarre. A Caltagirone si va verso il probabile accordo tra Pd e M5s. Anche a Misterbianco ci sono le capacità per proseguire su questa linea”.

Lei ci crede ancora?

“Se i cinque stelle hanno sollevato un problema grande quanto una casa è necessario sedersi e trovare una soluzione. Una soluzione che metta assieme un progetto e un candidato condiviso”.

E chi deve essere?

“Quello che c’è o un altro. Ma noi non dobbiamo sacrificare l’alleanza sull’altare di scelte che non siano condivise”.

C’è dell’arroccamento sul nome di Di Guardo?

“Ma no, non è così. Io segnalo che i Cinque stelle pongono un problema e su questo bisogna lavorare”.

Insisto: il suo partito è arroccato su Di Guardo?

“C’è un dibattito e c’è un candidato che si è messo in campo. C’è un Pd che non ha pregiudizi su questo. Ma c’è un problema che i nostri candidati naturali pongono e su questo si deve discutere. Il nome del candidato deve essere deciso assieme”.

Già è successo nella storia di Misterbianco che Di Guardo procedesse contro gli orientamenti del partito e contro i risultati delle primarie, poi però vincendo. Cosa lascia in eredità tutto ciò?

“A volte si vince, però poi si perde. Non bisogna vincere a tutti i costi. Il punto è vincere a partire da un progetto e da una alleanza credibili”.

Quale sarà la prossima mossa per sbloccare il tavolo con il M5s?

“Io faccio un appello all’incontro. Poi saranno i circoli a decidere, da noi si fa così. Sono loro ad assumersi la responsabilità, nel bene o nel male, delle scelte. Il faro deve essere la linea politica”. 

Esistono proposte irricevibili per il Pd?

“Non ne esistono mai. Esistono invece quelle che debbano essere messe in campo da tutti, quelle che possano guidare alla sintesi”. 

Villari, non è che, da sindacalista navigato, si sta appellando al vecchio metodo della concertazione?

“Bisogna discutere, bisogna parlare. E se qualcuno solleva un’obiezione bisogna parlarne senza pregiudizi. Io ho uno schema…”

Quale?

“Più che mio è del Pd, ma sta dando qualche frutto: dare agli elettori, anche a quelli di sinistra, l’impressione della coerenza. Coerenza che si conquista cambiando le comunità, la Sicilia e il Paese. Dobbiamo presentare personaggi che abbiano la volontà di rendere le nostre comunità più vivibili e libere dal malaffare”.

Che tempi dà ancora alla trattativa?

“Va data autonomia al territorio e potere decisionale ai circoli. Di questo metodo ne sono geloso. Altrimenti si rischia di disperdere il contributo generoso di quei tanti che stanno lavorando per la crescita del partito”.

Segretario, la sentenza di candidabilità per Di Guardo risolve politicamente tutti i nodi circa le ombre sul Comune di Misterbianco?

“Se Di Guardo è candidabile il tema non si pone più. La questione giudiziaria non c’è. Il tema politico riguarda semmai il rinnovamento della classe politica, il ricambio del gruppo dirigente. Come principio deve valere un patto tra le generazioni e tra i generi. Bisogna garantire un processo che porti al ricambio”. 


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