LAMPEDUSA – Il bilancio è pesante: sette migranti morti, tutte donne, di cui una incinta. Ora rischia di perdere il bambino. Una nuova tragedia a largo delle coste di Lampedusa. All’alba è naufragato un barcone. Stando alle testimonianze raccolte tra i 46 superstiti, ci sarebbero una decina di dispersi, tra cui dei bambini. Nel tratto di mare sono in corso le ricerche condotte dalla Guardia costiera e dalla Guardia di finanza.
Le salme sono state trasportate sul molo Favarolo dalle motovedette della Capitaneria di porto.
Gli sbarchi sono ripresi a pieno ritmo. Sono 256 i migranti approdati sull’isola, a partire dalle 3,30, con quattro diversi barconi. Tre imbarcazioni sono state soccorse al largo, la quarta – con 6 tunisini a bordo – è invece riuscita ad arrivare, alle 7 circa, direttamente in porto. Anche ieri c’erano stati 4 sbarchi sull’isola con un totale di 136 persone.
I primi 120 migranti, di varia nazionalità, sono stati intercettati a circa 14 miglia a Sud dell’isola: erano su un’imbarcazione di 8 metri. I militari della Guardia di finanza li hanno trasbordati e hanno lasciato alla deriva la “carretta”. Alle 6,30 sono giunti a molo Favarolo i 30 migranti che erano stati intercettati a 12 miglia dalla motovedetta Cp309 della Capitaneria di porto e poco dopo ne sono giunti altri 100. I migranti giunti oggi si aggiungono ai 256 di ieri e il centro di accoglienza è di nuovo in emergenza. Ospita oltre 600 persone di una capienza di 250.
Martello e il “silenzio di Draghi”
“Non si vuole prendere coscienza di quello che succede nel Mediterraneo, non vale a nulla la solidarietà che, adesso, ci arriverà. Perché la solidarietà deve essere vera e concreta”, sono le dure parole del sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello.
Che aggiunge: “Continua il silenzio nei confronti del sindaco di Lampedusa da parte del presidente Draghi. Sono passati 15 giorni, se non di più, da quando ho chiesto d’essere convocato per discutere di quello che avviene nel Mediterraneo. Ed essendo presente sul territorio, potrei sicuramente portare una visuale diversa sul fenomeno”.
La ricostruzione dell’incidente
Si è rovesciata poco prima che iniziassero le operazioni di soccorso, “verosimilmente a causa dello spostamento dei migranti”. È quanto ricostruito dalla Guardia Costiera. Durante le operazioni di soccorso, cinque migranti sono stati rianimati dai medici del Cisom che si trovano a bordo delle motovedetta delle Capitanerie
La Procura apre un’inchiesta
E’ stato aperto un fascicolo d’inchiesta, a carico di ignoti, per naufragio, dalla Procura di Agrigento. A coordinarlo, in queste primissime battute, è il procuratore capo Luigi Patronaggio. “Alla vista delle motovedette della Guardia costiera, i migranti presenti sul barcone si sono sbilanciati – ha detto Patronaggio, ricostruendo per grandi linee la tragedia – Tanti sono finiti in mare o perché mal distribuiti sul barcone o perché hanno perso l’equilibrio. Sulle salme verrà eseguito un esame esterno direttamente a Lampedusa. E poi, se dal caso, decideremo se disporre o meno autopsia”. Sul barcone viaggiavano dei subsahariani. Le vittime, fra cui una donna in avanzato stato di gravidanza, dovrebbero essere del Senegal.
La Procura di Agrigento ha disposto indagini per individuare gli scafisti e i basisti in Tunisia. Perché il barcone di circa 8 metri è salpato due giorni fa dal paese nordafricano. Le investigazioni, attraverso l’audizione dei superstiti, sono state affidate alla polizia: agenti della Squadra mobile sono presenti 365 giorni all’anno all’hotspot di contrada Imbriacola.
La ricostruzione della guardia costiera
L’allarme, ricostruisce la Guardia Costiera, è scattato all’alba quando è arrivata una telefonata di uno dei migranti che si trovavano a bordo dell’imbarcazione, una piccola barca di 8 metri che in quel momento era a circa sette miglia dalla costa di Lampedusa. Cinque persone sono state rianimate a bordo. Alle ricerche di eventuali dispersi partecipano motovedette della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza e di Frontex.