CATANIA – “Ti porterò un fiore. Per sempre e per sempre”. Scrive così nella sua pagina Facebook il noto fotoreporter Fabrizio Villa. Il messaggio è rivolto al fratello, scomparso ormai da otto mesi. Oggi sarebbe stato il compleanno di Davide Villa, il poliziotto morto il 6 marzo 2021 alcuni giorni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca (lo stesso lotto che ha portato alla morte del militare di Misterbianco).
Su questa morte c’è un’inchiesta aperta alla Procura di Messina. Il fascicolo è stato trasferito per opportunità negli uffici giudiziari peloritani visto che la moglie dell’investigatore è un giudice della Corte d’appello catanese.
Un’indagine però rimasta chiusa nel silenzio. Non trapela nulla. Nemmeno dell’esame autoptico disposto. La famiglia che continua a piangere una morte improvvisa e dolorosa non riesce a darsi pace. E vuole la verità. Qualsiasi sia.
Il caso di Davide Villa è stato il primo a livello nazionale. E mentre per le altre vittime ci sono state delle risposte da parte della magistratura, in questa storia sembra tutto fermo.
“Non ci sono notizie. A otto mesi di distanza dalla morte di Davide, che lo ricordiamo aveva solo 50 anni e non aveva la possibilità di scegliere un altro vaccino oltre AstraZeneca, non abbiamo alcuna novità sull’inchiesta”, dicono all’unisono gli avvocati Stefano Maccioni del foro di Roma e Carlo Peluso del foro di Catania, legali del fratello e sorelle di Davide. “Chiediamo di sapere. Chiediamo alla Procura di Messina di prendere una decisione in un verso o in un altro. O di avviare una chiusura indagine o una richiesta di archiviazione. Penso che dopo tutto questo tempo il medico legale abbia depositato la consulenza e la Procura possa avere in mano degli elementi per arrivare ad una definizione dell’indagine. C’è una famiglia che merita di avere delle risposte. E quindi lanciamo un appello”, concludono i due legali.