Mafia, "confermare condanne": la rete criminale di Mazzaglia - Live Sicilia

Mafia, “confermare condanne”: la rete criminale di Mazzaglia

La prima parte della requisitoria del processo d'appello Overtrade.

CATANIA – Confermare la sentenza del gup. La Pg Iole Boscarino, nonostante confessioni e parziali ammissioni, non concede sconti agli imputati del processo d’appello frutto dell’inchiesta Overtrade che nel 2019 ha smembrato la rete criminale di droga messa in piedi da Salvatore Mazzaglia, ‘nino u calcagnu’, boss di primo piano della cupola di Cosa nostra catanese. Precisamente in quel di Mascalucia. I carabinieri, seguendolo fin dalla sua scarcerazione, hanno documentato anche i contatti con i pezzi grossi degli altri gruppi criminali.

Salvatore Mazzaglia, cognato di Pietro Puglisi (l’ergastolano), è indicato dai pentiti come uno dei papabili a prendere le redini addirittura del gestione della famiglia Santapaola-Ercolano. Carmelo Aldo Navarria fa proprio il suo nome nella linea di successione dei reggenti. Per Iole Boscarino la Corte d’Appello deve confermare la condanna a 20 anni nei confronti del boss, perché per la pg non “c’è alcuna circostanza che può valorizzarsi a favore dell’imputato, non certamente la parziale ammissione di fatti probatoriamente graniti”. Conferma della pena anche per il figlio Giovanni, condannato a 9 anni dal gup. Così come per il genero Mirko Pompeo Casesa, 14 anni e 6 mesi, che “ha confessato tutti i fatti ad eccezione dell’intestazione fittizia” della società casearia della moglie. Nessuna riforma – secondo la pg – deve fare la Corte d’Appello nei confronti di Elena Nicosia (condannata a 8 anni dal gup), considerata una componente del gruppo di Mazzaglia. Il suo ruolo? “Avrebbe tenuto i contatti con i vari componenti criminale e si sarebbe occupata di trasporto di droga”, ha spiegato Iole Boscarino ai giudici d’appello. Conferma della sentenza anche a carico di Victor Mangano (9 anni e 4 mesi), Fabio De Simone (10 anni continuazione con altra sentenza), Maurizio De Simone (8 anni, 10 mesi e 20 giorni e 40 mila euro di multa).

Per la magistrata anche Antonino Battaglia non deve avere alcuna riduzione rispetto agli 8 anni e 6 mesi inflitti dal gup. Sono molti i collaboratori che parlano della figura di Nino Battaglia, figlio di Turi e nipote del capomafia Santo, come il vertice del gruppo del Villaggio Sant’Agata. Carmelo Aldo Navarria, Dario Caruana, ultimamente Silvio Corra. Ma anche il broker della droga, legato ai Cappello, Sebastiano Sardo. La pg Iole Boscarino ha citato molte intercettazioni e ritiene “che la mediazione svolta da Battaglia per fare acquistare una pistola a Mirko Casesa e Salvatore Mazzaglia completa il granitico quadro probatorio a carico dell’imputato”. 

Insomma, la pg chiede la conferma della sentenza del gup per tutte le posizioni affrontate. Ad alcuni è contestata l’associazione mafiosa e il reato associativo finalizzato al traffico di stupefacenti. Nella prossima udienza, il pg Angelo Busacca concluderà la requisitoria discutendo di alcuni imputati per droga e quindi formulare le richieste di pena. 


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