L’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao ha bloccato l’appalto d’oro che prevedeva una spesa di 80 milioni di euro ad una società privata piemontese, per il censimento degli immobili della Regione Siciliana. Lo scrive oggi il quotidiano La Repubblica, sottolineando che Armao ha avviato anche “un’ispezione interna sui dirigenti coinvolti nell’operazione e verifica, nei bilanci, della spesa realmente affrontata che può essere superiore agli 80 milioni”.
Secondo quanto riportato dal quotidiano, Armao avrebbe dunque disposto “un giro di vite sul costosissimo censimento degli immobili regionali: affidato dall’ex governatore Cuffaro a una cordata di società che fanno capo al gruppo di Ezio Bigotti con sede in Pinerolo, e andato avanti anche sotto i governi targati Lombardo”.
“L’assessore Armao annuncia in primis la rescissione del contratto firmato nel 2006 dal dirigente del dipartimento Bilancio, Enzo Emanuele, e da Bigotti che con le sue società aveva vinto una gara per la “valorizzazione del patrimonio” – scrive nel suo articolo Antonio Fraschilla -. Contratto che prevedeva un costo per il censimento pari a 13 milioni di euro, cifra lievitata a dismisura grazie a un tariffario che fissava in 6,6 euro a metro quadro il compenso incassato per ogni fabbricato catalogato dalla Psp (questo il nome della cardata capeggiata dalla Sti di Pinerolo oggi socia della Regione nella Spi, Sicilia patrimonio immobiliare). Un contratto che, in base alle fatture arrivate a conoscenza della commissione Bilancio dell’Ars, è già costato 80 milioni di euro”.
“Intanto – dichiara Gaetano Armao a Repubblica – non abbiamo più pagato le fatture presentate dalla Psp nel 2010 per censimento di beni, e nei giorni scorsi ho dato mandato agli uffici per avviare un arbitrato e rescindere qualsiasi rapporto con la Psp e le società di Bigotti, sia per quanto riguarda il censimento che la partecipazione nella società regionale Spi. Avvierò un’ispezione per sapere chi sono i dirigenti coinvolti nella definizione dei contratti e nelle operazioni di spesa, poi verificheremo in realtà quanto abbiamo speso: faremo un’operazione verità sul passato e adesso valorizzeremo i nostri beni senza avvalerci della collaborazione di questi privati”.