L’intaglio del legno nel Ragusano: l'evoluzione dai carretti al design

L’intaglio del legno nel Ragusano: l’evoluzione dai carretti al design

Il racconto di Pippo Cassibba, tra gli ultimi maestri dell'intaglio, e le nuove forme d'arte nelle aule scolastiche

Nel Ragusano, e in particolare a Comiso, l’intaglio del legno ha radici profonde. La tecnica veniva utilizzata dalle maestranze che realizzavano il carretto siciliano tipico del posto. Oggi è conservata grazie ai pochissimi esperti rimasti e prende vita sotto altre forme nelle aule del Liceo artistico Giosuè Carducci. Per conoscere una storia così antica e vissuta ci siamo rivolti a Maria Stella Micieli, la presidente della pro loco della cittadina, che ci ha aperto le porte del territorio e ci ha presentato Giuseppe Cassibba.

Giuseppe Cassibba

Intaglio, curiosità e passione

Cassibba è un falegname che ama la lavorazione del legno e figura tra gli ultimi a detenere e coltivare l’arte dell’intaglio. “Sono figlio d’arte – racconta – ma non di intagliatore. Mio padre faceva il falegname e io ho approfondito l’intaglio per curiosità e per passione”.

Come si apprende leggendo anche la storia del mastro carradore Raffaele La Scala (Link al pezzo), la tradizione dell’intaglio in questo territorio risale alla fabbricazione di carretti siciliani. Sotto il tetto di un’unica bottega si potevano trovare lo scultore del legno e l’intagliatore, che realizzavano gomito a gomito i pezzi del carretto. “L’intaglio d’altronde non è altro che una forma di scultura – osserva “Pippo” Cassibba –. Consiste nello scavare il legno massello e nella rimozione di porzioni di materiali a tuttotondo o a bassorilievo, attraverso l’uso di scalpelli e sgorbie”.

Giuseppe Cassibba, mobile con decorazione all’intaglio

La tradizione del carretto siciliano qui ormai non abita più. L’ultimo carradore per storia familiare è morto nel 2021. Cassibba conserva l’arte dell’intaglio che ha appreso grazie alla passione e allo studio fatto all’Istituto d’arte. Su commissione intaglia i mobili e ha realizzato anche un cero pasquale per la chiesa dell’Annunziata a Comiso.

L’arte si reinventa al liceo Carducci

Altra tecnica antica è quella dell’intarsio del legno. Il risultato è un tipo di decorazione che si realizza accostando piccoli pezzi di legno con colori diversi sino a ottenere una figura a proprio piacimento. Qualche esempio lo fornisce il Liceo artistico Giosuè Carducci che, fin dal 1907, oltre a generazioni di orafi, forma nel ragusano ebanisti e artigiani del legno. (link al pezzo)

Lavorazione all’intarsio presso il Liceo artistico “Carducci” di Comiso

Oggi la scuola ospita il laboratorio di lavorazione dei metalli e oreficeria, quello di architettura e ambiente, il laboratorio di ceramica, quello di scultura e quello di tessuto. “Intaglio e intarsio vengono appresi nella sezione dedicata all’architettura e all’ambiente – spiega la preside Maria Lauretta –. All’interno di questo laboratorio c’è un’innovazione: ragazzi imparano a progettare come fanno i designer. Progettano l’oggetto, l’elemento architettonico e poi ne realizzano il plastico o il modello”.

E la tradizione non viene ignorata. La dirigente scolastica fa presente che “gli allievi, pur facendo proprie le tecniche dell’artigianato di una volta, apprendono l’innovazione che porta l’artigiano a diventare designer”. Questa conoscenza è stata così messa a servizio della comunità, e i giovani allievi della scuola, oltre a preparare modelli e sculture in laboratorio, si sono resi protagonisti di alcuni restyling come quello del duomo di San Biagio a Comiso.

Il laboratorio del liceo artistico “Carducci” di Comiso

“Secondo la nostra filosofia – aggiunge Maria Lauretta – un bravo designer deve sapere disegnare ma deve sapere conoscere il materiale e manipolare la materia”. Così, da una parte “il giovane viene formato per competere come progettista piuttosto che come esecutore materiale”; dall’altra ha un ulteriore vantaggio competitivo, quello di conoscere i segreti su come manipolare la materia. Formare d’altronde, conclude la preside del Liceo artistico Carducci, vuol dire questo: “Restare in equilibrio fra la tradizione e l’innovazione”.

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