CATANIA – Maxi indagine della Procura etnea sul sistema di gestione dei rifiuti a cavallo tra le città di Palermo e il Catanese. Notificati 33 avvisi a imprenditori, amministratori ed esponenti politici. I particolari.
Rifiuti, il sistema
Impianti abusivi e non autorizzati, la “farsa” del pretrattamento dei rifiuti, copertoni, scaldabagni e carcasse di animali inviate dagli impianti della Rap di Palermo a Catania dopo una “finta” differenziazione. Fiumi di soldi per gli imprenditori della Oikos, il colosso della famiglia Proto di Motta Sant’Anastasia. E un lungo elenco di manager di primo piano della Regione accusati di aver violato le leggi nella gestione della monnezza.
L’inchiesta è curata dai sostituti procuratori Raffaella Agata Vinciguerra e Angelo Brugaletta, con il coordinamento del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo. A eseguire gli accertamenti sono stati i militari del Noe. Tra gli indagati anche i commissari prefettizi delle discariche etnee, l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando con due ex assessori, numerosi dirigenti regionali e i gestori delle discariche Oikos oltre ai vertici della Rap, il colosso pubblico dei rifiuti palermitano (tutti i nomi in fondo all’articolo).
Il fronte catanese e gli indagati
Si chiamano Tiritì e Valanghe d’Inverno, sono i colossi della Oikos Spa, riconducibile alla famiglia dei fratelli Orazio e Domenico Proto, i re dei rifiuti etnei. Mega discariche con incassi milionari gestite attraverso una matassa di “illegittimi provvedimenti autorizzativi, talora frutto di collusione con i pubblici funzionari, talora conseguenza delle condotte fraudolente dei gestori della Oikos”.
Numerose le contestazioni, si parla anche di condotte “omissive e commissive” di “pubblici funzionari preposti all’emissione dei provvedimenti autorizzativi e al controllo delle discariche”.
Lungo l’elenco degli indagati: Nunzia Pappalardo, presidente del cda della Oikos, società che gestisce la discarica di Motta Sant’Antanastasia e amministratore della Omnia Engineering; Orazio Proto, socio e proprietario della Oikos e della Omnia Engineering, ritenuto “gestore di fatto” delle discariche Valanghe d’inverno e Tiritì.
Domenico Proto, presidente del cda della Oikos e amministratore di fatto delle altre discariche e della Omnia; Giuseppe Puleo, direttore amministrativo della Oikos Spa; Salvatore Maria Domenico Sudano, consigliere del Cda della Oikos, Giuseppe Lo Cicero, direttore tecnico della Oikos e referente del piano di sicurezza e controllo delle discariche Tiritì e Valanghe d’inverno.
Marcella Belfiore, dipendente tecnico della Omnia engineering; Veronica Puglisi, altra dipendente; Gianfranco Grasso, consulente, geologo e redattore degli allegati ai progetti; Massimiliano Severino, responsabile tecnico della Bat Engineering; Maurizio Cassarino, Riccardo Tenti e Stefano Scammacca, commissari nominati dal Prefetto di Catania.
Tutti avrebbero contribuito alla gestione delle discariche in violazione della normativa ambientale, “al fine di conseguire un ingiusto profitto”, rappresentato dagli incassi e dai risparmi ottenuti “dall’illecita gestione e trattamento e smaltimento dei rifiuti”.
I dirigenti indagati
Tra gli indagati anche numerosi dirigenti regionali, Gianfranco Cannova, funzionario dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente e Rup dei procedimenti Aia fino al 2013; Natale Zuccarello, dirigente del servizio 1 dell’assessorato Territorio e Ambiente.
Vincenzo Sansone, dirigente del servizio 2 Vas/Via e del dipartimento Ambiente regionale; Salvatore Cocina, dirigente del dipartimento regionale Acque e rifiuti fino al 2020; Antonino Rotella, dirigente del servizio 8 responsabile Emissione Aia su delega di Cocina.
Francesco Lombardo, funzionario del servizio Autorizzazione impianti e gestione dei rifiuti; Maurizio Pirillo, dirigente generale del dipartimento Acque e rifiuti; Sergio Gelardi, dirigente del Territorio e ambiente fino al 2011. Sono accusati di aver “gestito, trattato e smaltito, abusivamente, centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti”.
Il filone palermitano
Uno specifico capo d’indagine riguarda gli “ingenti guadagni ottenuti nell’attività di illecita gestione e trattamento dei rifiuti”. Gli inquirenti contestano una vera e propria catena di violazioni di legge che unirebbe Palermo con Catania, passando dalla Rap, il colosso di gestione dei rifiuti del capoluogo di regione, fino ad arrivare alla discarica Oikos.
A monte del deposito di rifiuti, sarebbe avvenuta una “raccolta solo formalmente differenziata della città di Palermo e dei Comuni del comprensorio”, mediante gli impianti di trattamento di Bellolampo, “rivelatesi assolutamente inidonei e inefficaci a effettuare la selezione e il trattamento dei rifiuti solidi urbani indifferenziati”. Tutto sarebbe avvenuto “in violazione della normativa ambientale e delle prescrizioni dell’Aia.
Palermo, i nomi degli indagati
Gli indagati, a vario titolo, sono Giuseppe Norata, presidente della Rap fino al 2021, Pasquale Li Causi, direttore generale della Rap dal 2019; Pasquale Fradella, dirigente area impianti della Rap fino al 2020; Antonino Putrone, dirigente della Rap dal 2020 al 2021.
Vincenzo Bonanno, coordinatore di gestione della vasca di Bellolampo; Raimondo Burgio, responsabile dell’impianto di trattamento della Rap; Domenico Proto, amministratore della Oikos di Catania, la società che gestisce la discarica di Motta Sant’Anastasia.
Giuseppe Puleo, direttore amministrativo della Oikos; Giuseppe Lo Cicero, direttore tecnico della Oikos; Leoluca Orlando (leggi la replica), sindaco pro tempore del comune di Palermo, Sergio Marino, assessore comunale all’Ambiente e partecipate e assessore comunale ai rapporti con la Rap; Giusto Catania assessore comunale all’Ambiente dal 2019 al 2020 e Francesco Fiorino, dirigente del servizio Ambiente del Comune di Palermo.
Palermo, tutte le accuse a Orlando e agli altri indagati