PALERMO – Si sarebbe solo difeso. Sostiene che non volesse uccidere Lino Celesia, 22 anni, assassinato nella notte fra il 20 e il 21 dicembre 2023. Il diciottenne in carcere per l’omicidio ripete la versione di sempre sul delitto avvenuto nel corridoio esterno della discoteca Notr3 in via Pasquale Calvi a Palermo.
Si è svolta l’udienza preliminare davanti al giudice Antonina Pardo del tribunale per i minorenni. È stato il ragazzo, che all’epoca dei fatti aveva diciassette anni, ad aver esploso i due colpi di pistola mortali, nonostante altri presenti avessero tentato di fermarlo.
La morte di Celesia sarebbe stata il tragico epilogo di ripetuti scontri tra due comitive di giovani. Ecco perché il diciottenne e il fratello se ne andavano in giro armati.
“Dopo aver visto che mio fratello veniva aggredito con calci e pugni, Lino mi veniva incontro con brutte intenzioni, così gli ho sparato due colpi. L’ho preso al collo ed al petto. Nei minuti successivi – aveva confessato ai poliziotti – ho portato fuori mio fratello ancora tramortito, l’ho fatto nascondere in un portone o in un vicolo, e poi sono arrivato a piedi sino al quartiere di Vergine Maria dove ho buttato la pistola in mare. Sono stato un po’ nascosto negli scogli e poi sono tornato a casa”.
Davanti al giudice per l’udienza preliminare ora ribadisce la sua versione. Cresciuto senza padre, con un’infanzia difficile alle spalle, ha detto di avere agito d’istinto per difendere se stesso e il fratello. Avrebbe sparato per paura che l’ex calciatore, molto più grande e grosso di lui, potesse aggredire anche lui dopo aver malmenato il fratello.
Dai video in possesso degli investigatori si vedeva il fratello ventitreenne con in mano la pistola fuori dal locale. Da qui la contestazione di detenzione e porto abusivo di arma che gli è costata, nei mesi scorsi, una condanna a 4 anni di reclusione e 6 mila euro di multa. L’arma non è stata ritrovata, gettata probabilmente in mare dal ragazzo subito dopo il delitto.