PALERMO – “Blue Moon nuovo centro massaggi ti accoglie con nuove operatrici del benessere disponibili a regalarti momenti unici”. E’ questo uno degli annunci di un centro estetico che nascondeva una vera e propria casa d’appuntamenti a gestione familiare: padre e figlio portavano avanti un’attività di prostituzione a tutti gli effetti, dove venivano offerti massaggi di ogni tipo, effettuati dopo gli appuntamenti presi al telefono. A finire in manette sono stati Vito Signorino di 51 anni ed il figlio Giovanni Battista, di 21 anni, che avevano preso le redini del “Blue Moon”, al quinto piano di un appartamento di via Ugo La Malfa 62, nella periferia della città.
L’abitazione veniva utilizzata come una casa d’appuntamenti, dove di “centro estetico” c’era ben poco. I massaggi – come hanno accertato i carabinieri della stazione Resuttana Colli – si spingevano ben oltre e, in seguito ad uno specifico servizio di appostamento i sospetti sono diventati certezza. Il viavai dei clienti era praticamente quotidiano: uomini di ogni età e provenienti da ogni parte della città, attendevano fuori dal palazzo o sul pianerottolo dell’appartamento, dove ad attenderli c’erano le addette ai massaggi, coperte soltanto con una asciugamano o una maglia lunga sotto la quale non indossavano nulla. Prendere un appuntamento, come i clienti stessi hanno raccontato ai militari dell’Arma, era semplicissimo: bastava digitare l’indirizzo di determinati siti internet, prevalentemente porno, scegliere l’annuncio, cliccare e telefonare.
Nonostante l’attività venisse annunciata come centro benessere, infatti, quello che celava sembrava chiaro si trovava poi dall’altra parte del telefono per prendere un appuntamento “hot”. La ragazza che rispondeva al telefono provava ad essere convincente e confermava più volte la “disponibilità” della massaggiatrice nell’accogliere tutte le richieste dell’utente, proprio come confermano le chiamate effettuate dalla nostra redazione (Guarda l’inchiesta di Live Sicilia). E così, di fronte all’ennesimo cliente che stava per lasciare il palazzo al civico 61, i carabinieri hanno dato via al blitz, cogliendo sul fatto sei donne in un atteggiamento inequivocabile, che hanno negato fino all’ultimo il loro coinvolgimento. Così come hanno fatto padre e figlio, che si sono difesi dicendo di svolgere un’attività “onesta”.
Le prestazioni venivano pagate dai cinquanta ai cento euro: dal “body massage” in topless, si passava ben presto al rapporto sessuale. Quello che i Signorino avevano messo in piedi era un business da migliaia di euro. Sequestrati tre telefoni cellulari e la somma in contanti di 280 euro. I carabinieri interrogheranno adesso coloro che sono risultati essere i frequentatori più assidui del centro massaggi, in modo da accertare, eventualmente, il coinvolgimento di altre persone nell’attività di sfruttamento della prostituzione. L’ultima casa d’appuntamenti abusiva in città era stata scoperta nel salotto buono di Palermo, in via Siracusa, poco prima ne era stata smantellata un’altra in via Lincoln. In entrambi i casi erano gestite da donne cinesi.