PALERMO – L’arresto, due anni di processo e ora l’assoluzione. Un banale disguido amministrativo è stato scambiato per un furto aggravato. L’amministratore unico della Kka srl, impresa per la lavorazione, la conservazione e il commercio all’ingrosso di prodotti ittici con sede nella zona industriale di Termini Imerese, non ha rubato l’energia elettrica.
Tutto inizia nel giugno di due anni fa. Alcuni imprenditori protestano con l’Enel per i black out e i cali di tensione. Partono i controlli che si concentrano sull’imprenditore. È moroso e per questo è stata sospesa la fornitura elettrica. Solo che, così emerge dai controlli, il suo contatore continua a girare. Ed in effetti la corrente elettrica c’è. Scatta il fermo in flagranza di reato per l’uomo, A.M. sono le sue iniziali, 41 anni, originario di Carini. Non ci sono dubbi: si è allacciato abusivamente alle rete elettrica.
Il fermo viene convalidato e dopo un paio di giorni trascorsi ai domiciliari l’imprenditore viene scarcerato. Non ha precedenti penali e sarà processato a piede libero. Il difensore dell’amministratore unico, l’avvocato Toni Palazzotto, chiede che il suo assistito sia giudicato con il rito abbreviato condizionato, tra le altre cose, alla testimonianza dei tecnici dell’Enel.
Dal loro racconto emerge l’errore: l’Enel, dopo avere interrotto la fornitura, non aveva provveduto a disattivare il sistema di alimentazione ad alta potenza che continuava a mandare energia all’azienda. Non solo, il sistema Iems, così si chiama, si trovava all’interno di una cabina e i tecnici Enel erano gli unici a disporre delle chiavi. Risultato: assoluzione piena per non avere commesso il fatto decisa dal giudice Sabina Raimondo del Tribunale di Termini Imerese.
