PALERMO – Il settore agricolo può rappresentare il futuro del sistema produttivo ed economico di Sicilia e del resto d’Italia. Questo il messaggio lanciato dai rappresentanti del settore agricolo siciliano e nazionale come Franco La Ratta, amministratore dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo (Ismea) e Cateno De Luca, direttore generale della Federazione nazionale piccoli imprenditori agricoli (Fenapi), e rivolti all’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, presente alla convention dal tema: “Quale agricoltura in Sicilia? La programmazione regionale 2014-2020”.
“L’incontro di oggi – ha spiegato De Luca – vuole essere uno strumento per aprire con il governo regionale un confronto serio anche per superare le criticità della programmazione di settore, riteniamo infatti – precisa – che nel piano di sviluppo rurale 2014-2020 (Psr), manca una vera identità sotto il profilo della ruralità e della specificità dei prodotti siciliani, per questo proporremo insieme con i rappresentati di Ismea una relazione di modifica al Psr rivolta al governo regionale ”.
Dello stesso avviso l’amministrare di Ismea: “Viviamo un periodo di grande ritorno all’agricoltura anche da parte dei giovani – chiarisce La Ratta – ma non tutti possono fare gli imprenditori agricoli, proprio per questo la maggior parte delle nuove aziende agricole gestite da giovani falliscono dopo appena due anni, per questo motivo – conclude La Ratta – è necessario che la politica e le istituzioni accompagnino i giovani imprenditori durante l’avviamento aziendale, non dimenticando però anche i problemi storici del settore agricolo, come quello dell’accesso al credito e di una tempistica burocratica più celere”.
Dal palco dell’hotel Dea di Palermo, anche l’impegno dell’assessore Antonello Cracolici, per “sbloccare entro giugno le misure più importanti del nuovo Psr 2014-2014”, come la misura 4, quella cioè rivolta agli investimenti nel settore agricolo: “Tra giugno e settembre – assicura Cracolici – avrà inizio sia la misura per gli investimenti delle aziende agricole sia quellle diretta ai giovani imprenditori del settore, ma la vera scommessa – spiega l’assessore – è spendere i 2,2 miliardi del Psr per garantire un vero futuro all’agricoltura siciliana, che dovrà riuscire ad essere più organizzata anche valorizzando quei prodotti di qualità certificati e biologici”. Proprio il settore del bios e delle “filiere corte”, con prodotti a chilometro zero, al centro degli interventi dal palco rivolti alla politica: “Nei prossimi sette anni la Sicilia dovrà ottenere la leadership europea per la produzione di biologico, oggi invece– conclude Cracolici – ci limitiamo a coltivare biologico quando le nostre produzioni sono invece ferme, la vera sfida quindi sarà quella di fare impresa e soprattutto produzione biologiche intensive “.
Tra i punti principali della relazione sottoscritta da Fenapi insieme con Ismea e diretta al gioverno Crocetta, le agevolazioni fiscali e contributive per le piccole imprese agricole, la tutela dell’ambiente e una maggiore celerità della burocrazia: “I principi espressi nel Piano di sviluppo rurale 2014-2020 – chiarisce Francesco Sgroi, responsabile siciliano di Fenapi – valgono soltanto per il breve periodo, quello che chiediamo sono maggiori garanzie per gli imprenditori agricoli in termini di celerità della burocrazia e di specificità delle produzioni”. E conclude: “Fra 20 anni il comporta agricolo di Sicilia dovrà alimentarsi senza contributi, soltanto allora l’agricoltura siciliana sarà in grado di produrre reddito e generare una vera occupazione”.