CATANIA – Il meccanico non gli aveva consegnato l’auto in tempo e lui lo aveva massacrato. Mauro Lo Mazzo, imputato per il tentato omicidio di Salvatore Malatino, aggredito nel luglio dello scorso anno all’interno della propria officina meccanica di Riposto, è stato sentito in tribunale nel corso dell’ultima udienza del processo.
Il 50enne, assistito dal difensore di fiducia Enzo Iofrida, ha ricostruito i propri rapporti con la parte offesa, iniziati quando l’auto di Lo Mazzo ha subito un guasto. La vettura è stata così condotta nell’officina di Malatino. Da quel momento, ha detto in aula l’imputato, sarebbe iniziata una vera e propria odissea. Ancor prima che fosse avviata la riparazione, l’imputato sarebbe stato costretto ad anticipare al meccanico la somma necessaria per pagare la bolletta dell’Enel. Un mancato pagamento che era costato il distacco dell’energia elettrica. Non solo. Dopo tre giorni di continui rinvii nella consegna dell’automobile, Mauro Lo Mazzo e la moglie si sarebbero presentati per chiedere una data ed un orario definitivo. Da lì sarebbe nata una prima discussione e l’imputato avrebbe telefonato addirittura ai carabinieri per denunciare la mancata consegna della vettura.
Il clima via via sempre più incandescente sarebbe definitivamente degenerato quando, così ha raccontato l’imputato, il meccanico noncurante delle richieste dei clienti li avrebbe cacciati in malo modo dall’officina. Lo Mazzo sarebbe uscito dal garage, mentre la moglie si sarebbe rifiutata di andar via fino a quando l’uomo non avesse dato loro un orario in cui venire a ritirare la vettura. Dopo aver chiuso una delle saracinesche dell’attività, Salvatore Malatino avrebbe messo una mano sulla spalla della donna che a quel punto avrebbe urlato di toglierle le mani di dosso. Dall’esterno l’imputato si sarebbe quindi precipitato dentro l’officina cadendo, nella foga del momento, rovinosamente addosso al meccanico e colpendolo con una sberla. Ma accortosi subito dopo del sangue che fuoriusciva dalla testa della vittima l’imputato si sarebbe bloccato e avrebbe chiesto alla moglie di chiedere l’intervento di un’ambulanza. Un racconto, interrotto da alcuni momenti di commozione, pienamente confermato dalla moglie, chiamata anche lei a testimoniare.
Chiusa l’istruttoria dibattimentale, il prossimo 11 gennaio discuteranno accusa e difesa. Nella stessa data potrebbe esserci spazio per la sentenza.