SANTA MARIA DI LICODIA. Esecuzione di due misure cautelari in una Comunità Pubblica emesse dal gip del Tribunale dei Minorenni di Catania. I destinatari del provvedimento sono due 15enni. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri della Stazione di Santa Maria di Licodia, supportati da personale della Compagnia Carabinieri di Paternò. Ai minori sono stati contestati i reati di “atti persecutori”. Nello specifico il provvedimento del gip analizza molteplici condotte avvenute durante l’anno scolastico 2015/2016 e in particolare i due soggetti hanno:
Rivolto ad una minore parole offensive anche attraverso l’utilizzo del telefono che causavano alla destinataria un perdurante stato di ansia e di paura, costringendo la stessa a cambiare abitudini di vita, persino a cambiare numero di telefono. La minore riferiva che aveva timore ad andare persino al bagno della scuola da sola. La fattispecie in questo caso è aggravata per aver commesso il fatto ai danni di una minore con difficoltà psichiche e all’interno dell’istituto scolastico;
Rivolto ad un minore straniero espressioni xenofobe che causavano nel ragazzo un grave stato d’ansia, costringendolo a cambiare le abitudini di vita;
Minacciato e molestato una minore aggredendola con botte e calci, sia all’interno della scuola che fuori. Rivolgendo epiteti offensivi e facendole gesti volgari a sfondo sessuale.
Gravissimo il quadro indiziario, la minore era costretta addirittura a trasferire la propria residenza per evitare di incontrare gli indagati in paese e i genitori si sacrificavano per accompagnarla tutte le mattine a scuola per evitare conseguenze più gravi.
Ad uno dei due indagati è stato altresì contestato di aver percosso, insultato e ingenerato un perdurante stato di ansia e di paura nei confronti di un coetaneo, con le aggravanti di aver commesso il fatto su un ragazzo con disturbo del linguaggio e deficit della motricità.
Anche gli insegnati hanno confermato, riferendo di conoscere i due destinatari dell’ordinanza “per via dei loro comportamenti antisociali e prevaricatori” e di “essere a conoscenza di vari episodi di bullismo posti in essere dai ragazzi” descrivendoli come ragazzi ingestibili. Nel corso dell’anno scolastico 2016 i ragazzi avevano minacciato gli insegnati e i collaboratori e in una occasione avevano chiuso a chiave la porta di un’aula lasciandovi all’interno un insegnante. I due giovani persecutori, dopo le formalità di rito, sono stati accompagnati in due distinte strutture, una nella provincia di Ragusa e l’altra nella provincia di Messina.