PALERMO – L’epilogo della gara olimpica di Vincenzo Nibali a Rio resta “una ferita aperta”. Così il ct azzurro Davide Cassani, sintetizzando la stagione del ciclismo italiano, alla quale va comunque un voto alto: “Sette e mezzo”. Il bilancio di Cassani parte, però, dalla nota stonata: “Il primo rammarico è per la mancata medaglia di Nibali, a Rio, perché era già fatta. È una ferita ancora aperta, anche se la nostra resta una grande corsa”, dice il ct. “D’altra parte c’è la medaglia d’oro di Viviani, il bronzo della Longo Borghini, la maglia di campione del mondo di Ganna a 40 anni da Moser”, aggiunge Cassani. Quindi, la stagione “è andata molto bene, c’è una rinascita dalla pista e la conferma che anche nell’Under 23 siamo tra i migliori a livello mondiale”. Tra i professionisti, Aru e Nibali per le grandi corse a tappe sono la certezza, ma Cassani riconosce che “stiamo ancora faticando nelle corse di un giorno”.
Il commissario tecnico della Nazionale ripensa alla chance sfumata a Rio.
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