CATANIA – “Fiscalità compensativa per il Sud, sblocco delle Zone economiche speciali. Investimenti per lo sviluppo delle infrastrutture”. E ancora: “Misure per l’innovazione; incentivi per l’occupazione e per gli investimenti produttivi nel Mezzogiorno. Transizione energetica nel quadro del Green New Deal“. Sono le richieste degli imprenditori catanesi al ministro per il Sud Giuseppe Provenzano all’interno di un incontro promosso da Confindustria Catania.
Gli imprenditori
“Il tessuto imprenditoriale siciliano – afferma il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco – vive una fase di crisi che per molte piccole e medie imprese potrebbe significare un punto di non ritorno“.
“In Sicilia – continua Biriaco- il lockdown ha bloccato il 58% delle attività produttive. Nel secondo trimestre del 2020 sono andati in fumo 6 miliardi di euro e 76 mila posti di lavoro. Occorre agire subito e non solo per garantire la sopravvivenza delle imprese con ristori immediati ma per imprimere una svolta alle politiche di coesione territoriale”.
E ancora: “In tempi certi e con obiettivi definiti si deve ricucire la frattura sociale ed economica che separa Nord e Sud e permettere lo scatto in avanti dell’economia siciliana. Fiscalità compensativa, investimenti infrastrutturali, avvio delle Zone economiche speciali e incentivi mirati alla ripresa degli investimenti produttivi – conclude il presidente di Confindustria Catania – sono i pilastri portanti di una ripartenza possibile della Sicilia”.
Albanese ha puntato l’attenzione sulla “burocrazia”, sottolineando che ci sono norme, in materia di energia, che risalgono al 1800. “Plauso per la decontribuzione, bisogna interrompere il circolo perverso che c’è sulla cassa integrazione”. Albanese ha puntato l’attenzione sul caso Termini Imerese, dove, da 13 anni, “le cattive scelte della politica non hanno consentito investimenti opportuni”.
Diego Bivona, presidente di Confindustria Siracusa, ha rinnovato il plauso al ministro per le misure del governo Conte. “Siamo fortemente preoccupati – ha detto Bivona – per la gestione dei fondi di coesione, perché non abbiamo le condizioni strutturali di competenza per poter usufruire di quello che potremmo avere”. Bivona ha chiesto al ministro per il Sud di monitorare l’erogazione dei fondi “per non sciupare queste opportunità”. E ancora, Bivona ha sottolineato l’importanza delle bonifiche e delle infrastrutture per valorizzare le Zes ed evitare di creare “cattedrali nel deserto”.
Santi Finocchiaro, vicepresidente di Confindustria Catania, ricorda che “la decontribuzione è stato un atto di grande importanza, è la madre di tutte le misure, dovrebbe diventare strutturale”. Finocchiaro ha sottolineato la mancanza del cumulo delle agevolazioni “per chi fa investimenti nel settore della ricerca e innovazione”. “Sappiamo – conclude Finocchiaro – che la riforma del titolo quinto è stata una disgrazia per la nostra Regione, che non può gestire in house questi bandi”.
Maria Cristina Elmi Busi Ferruzzi, presidente della Sibeg, società che imbottiglia le bevande a marchio Coca Cola. “Due tasse assurde esistono, solo per fare cassa, ma che ammazzeranno le imprese del Sud, plastic tax e sugar tax”. Con la pandemia le tasse sono state rinviate “ma 6 mesi di rinvio non consentono di tornare ai volumi del 2019”. “È impensabile – sottolinea la Busi – queste due tasse andrebbero a distruggere il settore agricolo e delle bevande”. La Busi invita il ministro ad “annullare queste tasse o almeno a rinviarle di un anno”. La Sibeg, sottolinea la presidente, “non ha potuto fare nuove assunzioni”.
Ornella Laneri, imprenditrice del turismo, ricorda al ministro che quello che lei rappresenta è il settore più danneggiato. “Il Sud, per il turismo, potrebbe essere il punto dal quale partire per rinnovare il modo di accogliere. “Bisogna pensare a una decontribuzione per le imprese che supportano i territori, pensiamo a come tornare al territorio ricordando che la Sicilia può sfruttare questa grande forza”. “Accompagni – continua la Laneri – le imprese vigilando contro le infiltrazioni mafiose, c’è un rischio molto alto della svendita di quello che è uno dei patrimoni più importanti”. “Noi non vendiamo oggetti ma emozioni – conclude la Laneri – abbiamo bisogno delle risorese umane”.
Salvatore Gangi, rappresentante delle piccole imprese: “In alcune zone industriali non abbiamo la fibra ottica, siamo in una terra in cui non si può fare business perché tra Catania e Ragusa cade la linea telefonica”. E ancora: “Ci sono 7 miliardi di infrastrutture sbloccate, potrebbe crescere il Pil, noi abbiamo una pressione pari a quella della pandemia da 20 anni”. “Noi siamo stanchi di non avere programmazione – conclude Gangi – sogniamo un approccio nazionale che sia simile a quello che abbiamo all’interno delle aziende, con una programmazione che consenta di poter cambiare questa situazione. Vorremmo gestire una normalità programmata”.
L’intervento del ministro Provenzano
“Stiamo attraversando la crisi peggiore della nostra storia – esordisce il ministro Provenzano – se l’Italia è rimasta in piedi è grazie alla tenacia degli imprenditori. Fa molto piacere discutere di impresa, turismo e industria e credo in un Sud che lavora e produce. Dobbiamo puntare sullo sviluppo sostenibile”. Il ministro Provenzano ricorda di essere figlio di un piccolo imprenditore: “Ho visto la fatica di fare impresa, e il Piano Sud che avevamo presentato era un Piano per il rilancio del Mezzogiorno, che seguisse l’idea di un Sud protagonista e motore dell’interno Paese”.
“Per una volta – continua il ministro – il Piano ce l’abbiamo già e molte misure del Recovery Fund facevano già parte del Piano Sud. Siamo stati criticati perché pensavamo a una programmazione a lungo. Il Mezzogiorno deve uscire dalla politica dell’emergeza, abbiamo il dovere di darci un orizzonte lungo, molti se ne sono andati perché non vedevano una prospettiva di cambiamento dei territori”.
Giuseppe Provenzano parla delle misure previste dal governo Conte a sostegno del Sud. “Dobbiamo superare lo scoglio del negoziato con la Commissione Europea – spiega il ministro – noi abbiamo approvato la misura, è in corso una trattativa molto serrata, con una forte spinta politica, frutto della consapevolezza che la misura è un tassello di una strategia generale”. “Non mi interessano gli applausi – insiste il ministro – ma l’appoggio in Italia e a Bruxelles, non ha aiutato la freddezza con cui anche Confindustria ha accolto questa cosa. Siamo determinati a portala avanti”.
Il ministro per il Sud ricorda che l’esito del negoziato è fondamentale e che la misura “deve essere duratura, ma non deve essere eterna, la priorità è annullare lo svantaggio competitivo con gli investimenti”. “Noi abbiamo avuto un deficit di infrastrutture e servizi che si è allargato per responsabilità delle istituzioni pubbliche e tutti hanno concorso, nel tempo, a un progressivo disinvestimento”.
“La priorità è colmare quei divari in termini infrastrutturali e di servizio”, aggiunge ancora Provenzano, “sono perfettamente consapevole che dobbiamo avere in mente le infrastrutture sociali, scuola, assistenza, connnettività, che riguarda la qualità della vita dei cittadini”. “Tutto questo era contenuto nel Piano per il Sud, io sono il ministro che ha trovato le risorse per lavorare sulla Ragusa – Catania, abbiamo ripreso e reso operativo uno strumento di controllo sulle grandi opere e in particolare la velocizzazione della linea ferrata Messina – Catania – Palermo. Noi, attraverso il potere di sorveglianza sui fondi della coesione, abbiamo messo sotto le loro responsabilità la Regione e la Rete Ferroviaria”.
“Spingere verso l’innovazione”
“Mi sento di poter dire che, accanto alla fiscalità di vantaggio, abbiamo messo in campo una serie di strumenti che rimarranno in campo, come il credito di imposta per investimenti infrastrutturali, che ammonta a un miliardo di euro”.
“La Zes è pienamento operativa sul piano dell’incentivo fiscale – sottolinea il ministro – ma la Regione ha sollevato un conflitto di attribuzione su questa materia, che è mia e deve legarsi a una strategia Paese, le Zes devono essere riportare alla dimensione nazionale. Nessun’altra Regione ha sollevato il conflitto d’attribuzione di fronte alla Corte”.
IL DOCUMENTO DEGLI IMPRENDITORI
Decontribuzione Sud, ossigeno per imprese e occupazione
La noma che prevede l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro del Mezzogiorno, in misura pari al 30%, introdotta dal “decreto agosto” sta ponendo un freno al collasso occupazionale dell’Isola. “Si tratta – sottolineano gli imprenditori – di uno strumento efficace per conseguire risparmi da investire nella formazione del personale, in premi di produzione, in nuove assunzioni”. “Occorre – aggiungono – che tale misura, prevista anche nella manovra di Bilancio 2021 con una diminuzione progressiva dell’intensità della decontribuzione, diventi uno strumento stabile”.
“Recovery Fund, volano per lo sviluppo delle infrastrutture“
Per connettere la Sicilia all’Europa attraverso il corridoio Scandinavo-Mediterraneo è necessario potenziare lo sviluppo della logistica, delle infrastrutture portuali e del trasporto terrestre. “I porti siciliani – sottolineano gli imprenditori – in particolare, rischiano però di rimanere tagliati fuori dalle nuove rotte commerciali perché non adeguati agli standard europei e non collegati a un organico sistema intermodale”.
E ancora: “La condizione di insularità della Sicilia, come certifica uno studio della Regione siciliana, rappresenta ancora una tassa occulta da 6 miliardi di euro l’anno. Serve quindi un immediato cambio di rotta. No alla macedonia di piccoli progetti destinati all’irrilevanza. Sì alle risorse del Recovery Fund per il finanziamento di infrastrutture strategiche”.
Zes bloccate ai nastri di partenza
Gli imprenditori di Confindustria sottolineano l’importanza di alcune misure: “Fiscalità di vantaggio e semplificazione burocratica sono i due pilastri della strategia di attrazione degli investimenti nelle Zone economiche speciali nell’ambito dell’economia portuale”.
“Le due Zes dell’Isola (Sicilia Occidentale e Orientale) – continuano gli imprenditori – istituite con decreto del 15 giugno scorso, sono ancora ai blocchi di partenza, mentre i ritardi accumulati allontanano gli investitori. Gli industriali chiedono quindi di accelerare le procedure burocratiche per passare alla fase operativa e accedere ai benefici destinati agli investimenti”.
“Bene le misure ad hoc per il Sud“
Gli imprenditori fanno un plauso ad alcune misure previste per il Sud: “Bene l’inserimento nella manovra di Bilancio 2021 della proroga del credito d’imposta”. Stanziato un miliardo di euro annuale e rinnovato il credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo.
Ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno
La legge di bilancio prevede lo stanziamento di 50 milioni di euro annui nel 2021-2023 per la costituzione di Ecosistemi dell’innovazione nelle regioni del Sud. Lo scopo è incentivare la collaborazione tra imprese e sistema della ricerca e favorire il trasferimento tecnologico. Questa misura rientra appieno negli obiettivi comunitari e rappresenta il “collante” per consolidare, in un’ottica di filiera, la trasformazione tecnologica delle piccole e medie imprese.