Teatro Massimo, l'ira dei precari: "Chiediamo un lavoro stabile" - Live Sicilia

Teatro Massimo, l’ira dei precari: “Chiediamo un lavoro stabile”

Ben 42 lavoratori precari del teatro chiedono garanzie sula stabilizzazione. Il sovrintendente: "Abbiamo dato lavoro a più di mille persone"

PALERMO – “Sono entrato nel corpo di ballo il 2 gennaio 2001. Questa è la mia ventesima stagione da precario. Siamo in attesa di buone notizie da parte della direzione”. Spera in un posto non più da precario Fabio Correnti, uno dei componenti del corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo, che ricorda la protesta di dieci anni fa “siamo stati circa un anno in piazza e abbiamo chiesto di salvare il corpo di ballo. Ci aspettiamo delle attenzioni nei nostri confronti e ci aspettiamo pari dignità rispetto all’orchestra e al coro di questo Teatro, ma in tutte le Fondazioni d’Italia vogliamo pari dignità”.

Storia diversa quella di Romina Leone, anche lei ballerina, ma che è riuscita ad avere un’assunzione a tempo indeterminato, ma anche lei dopo anni di battaglia con un precariato che è durato per ben diciotto anni: “Ero in piazza nel 2012 per salvare il corpo di ballo e due anni fa è arrivata la sentenza positiva da parte del Tribunale“. Romina sa bene che i problemi sono ancora diversi: “Purtroppo dopo dieci anni la situazione non è per niente risolta perché tutto il settore è nel precariato più totale e, in un momento così importante, con le stabilizzazioni a tutti i lavoratori del Teatro a dodici mesi, a noi del ballo solo per nove mesi. Questo è un segno discriminatorio e un mancanza di rispetto enorme perché siamo artisti come gli altri”.

I sindacati del Teatro Massimo Fials Cisal, Slc Cgil, Fistel Cisl e UilCom, hanno annunciato oggi nel corso di una conferenza stampa lo stato di agitazione dei lavoratori del teatro. 

Protestano per il mancato accordo sulla definizione della pianta organica e chiedono un incontro con i vertici istituzionali locali e regionali.  La richiesta è quella di considerare anche i 42 precari rimasti fuori dalla stabilizzazione che ha riguardato 105 unità. Chiedono in pratica la stabilizzazione per tutti i 380 lavoratori del teatro e non per i 338 attuali. 

I sindacati: “Stavamo trattando ma siamo stati scavalcati”

I sindacati sono infuriati per questa mancata stabilizzazione: “L’altro ieri è stata esitata una pianta organica che le organizzazioni sindacali hanno ritenuto inefficiente per quella che è la situazione del Teatro Massimo – ha dichiarato il segretario generale Fistal Cisl Sicilia Francesco Assisi. In un momento del genere, nel quale si chiede a tutta la Nazione di resistere, noi abbiamo assistito alla riduzione di una quarantadue posti di lavoro stabili di gente che già lavora al Teatro Massimo. L’organico è di 380 ed è stata esistita una pianta di 338. Questo significa rende inefficace la produzione ed è contro gli interessi del Teatro, del territori, della Sicilia e dei siciliani. Chiediamo – ha concluso Assisi – una pianta organica di 380 unità. Siamo rimasti disponibili a stabilire come stabilizzare, ma siamo stati scavalcati mentre discutevamo con una esitazione che risultai sufficiente”.

Siamo assolutamente convinti che le nostre proposte siano esigibili perché la Fondazione sta lavorando con una forza lavoro di 380 unità – ha dichiarato Antonio Barbagallo vice segretario Fial Cisal Palermo – . Non capiamo come la stessa possa proporre dei numeri inferiori per le prossime stagioni. Abbiamo fatto una proposta sensata e sostenibile economicamente, cosa che fino ad oggi la Fondazione ha adottato. Ci auguriamo di tornare al tavolo per trattare per trovare una soluzione soddisfacente per tutti. Se dall’altro lato viene alzato un muro noi alzeremo il tiro”.

Marecllo Cardella, segretario Slcc Cgil ha spiegato come la trattativa non sia andata a buon fine: “Abbiamo contestato la decisione da parte della fondazione di andare avanti in maniera unilaterale nella definizione della piana organica, mentre in corso c’era una trattativa. Di fatto siamo stati scavalcati. Abbiamo ritenuto insufficiente la proposta di dotazione organica perché pensiamo che il Teatro debba mettere in campo un progetto più ambizioso per i prossimi anni, anche alla luce dei cambiamenti che ci saranno. Una pianta organica così fatta non garantisce un livello di produzione e programmazione tale da mettere il teatro in sicurezza”. Cardella ha parlato anche del numero dei precari: “Attualmente abbiamo una quarantina di lavoratori precari, che rimangono precari. Abbiamo proposto la stabilizzazione anche per loro”.

“L’occupazione al Teatro Massimo è un obiettivo che rincorriamo da anni – ha spiegato il segretario Uilcom Palermo Giuseppe Tumminia -. Purtroppo il risultato è stato non nelle aspettative. C’è stato un lavoro fatto sul territorio dal Sindaco e dalle istituzioni. Quando siamo arrivati a raccogliere i risultati di una vertenza che dura da anni, i risultati sono stati insufficienti. Chiediamo che dopo questo incidente di percorso si possa capire un dialogo con la Regione Siciliana”.

La replica del sovrintendente Giambrone

Al Teatro Massimo questa mattina è stato presentato il Report “Il Teatro Massimo e il contributo alle economie del territorio: stima e valutazione degli impatti economici ed occupazionali”. Il sovrintendente Giambrone si è detto felice per il bilancio e l’occupazione fornita dal Teatro: “Sono numeri che si aggiungono a quelli che conosciamo. La settimana scorsa abbiamo approvato il bilancio in attivo, che è quello del 2020, anno molto complicato per via della pandemia. Questi numeri dimostrano in che modo l’attività del teatro contribuisce all’economica e all’occupazione del territorio Questo mi pare un dato importante e confermano che ogni euro che arrivano al Teatro Massimo rende €2,25 alla città di Palermo. Ci confermano anche che nel 2019 il Teatro ha dato occupazione a più di mille persone e continua a darne anche ora. Questi teatri producono economia per il territorio”.

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