PALERMO – La Regione ha bisogno d’aiuto per la gestione dei dossier “rifiuti” e “acqua” e l’aiuto potrebbe venire da Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. L’agenzia collaborerà con gli uffici regionali a realizzare le riforme nel settore dei rifiuti e di quello idrico; lavorerà così alla definizione e all’attuazione della legge sui rifiuti ma anche alla redazione del piano dei rifiuti e del piano per la gestione dell’acqua.
Sembra così che con l’accordo, la giunta ha ovviato alla scelta di non selezionare per il momento i 25 esperti per la redazione del piano rifiuti affidandosi a Invitalia anche per la gestione delle acque. Un piano B rispetto a quello che prevedeva l’uso dei consulenti per le sole politiche sulla spazzatura.
Il governo regionale, ha infatti apprezzato in questi giorni la bozza di accordo fra la società partecipata del ministero dello Sviluppo economico e l’assessorato all’Acqua e ai rifiuti. Invitalia rafforzerà la capacità amministrativa siciliana e attuerà nei palazzi regionali il progetto ReOpen Spl. L’agenzia infatti gestisce un programma nazionale, finanziato con fondi europei, che punta a migliorare le competenze delle amministrazioni pubbliche impegnate nei processi di regolamentazione, organizzazione e pianificazione dei servizi pubblici. Proprio quello che fa al caso della Sicilia quanto alla gestione di acqua e rifiuti.
I servizi che a titolo esemplificativo saranno offerti da Invitalia sono indicati dall’assessore ai Rifiuti Alberto Pierobon. Nel campo dei rifiuti, l’agenzia nazionale aiuterà la Regione a completare il disegno di legge regionale per la gestione dei rifiuti e a seguito dell’approvazione darà una mano al governo per scrivere i regolamenti attuativi. I tecnici di Invitalia si occuperanno anche del supporto alla redazione e della revisione del Piano di gestione dei rifiuti. Poi lavoreranno alla nascita dei nuovi enti di governo per la gestione dell’immondizia, non solo organizzandoli ma anche affiancandone gli uffici nella realizzazione dei piani di programmazione dei servizi, di quello economico finanziario e dei livelli tariffari. La governance del settore, come indicato dal governo regionale, sarà a livello provinciale: il documento parla della nascita di nuovi Egato, 9 enti di governo d’area territoriale ottimale, in sostituzione degli attuali 18 Ato. Saranno aboliti invece gli Aro, le Aree di raccolta ottimale che per il 42 per cento degli enti hanno estensione comunale.
Poi c’è il lavoro che bisognerà iniziare per la messa a sistema del servizio idrico integrato. Invitalia in questo caso coadiuverà la Regione ad accelerare, anche attraverso l’uso di poteri sostitutivi, i processi per raggiungere la piena operatività delle Assemblee territoriale idriche (Ati), gli enti sovra comunali composte dai sindaci che devono gestire l’acqua pubblica secondo il modello delle 9 aree territoriali ottimali, equivalenti al territorio delle nove ex province. Anche in questo caso l’agenzia per l’attrazione degli investimenti sarà al servizio degli organi di governo per redigere i piani economici e tariffari, i piani di servizio e per disegnare l’attuale stato delle infrastrutture idriche e redigere il piano degli investimenti. Al momento sono operative sono due Ati, quella di Siracusa e quella di Agrigento. Alcune non si sono ancora costituite e la Regione ha deciso di sostituirsi ai Comuni. Il modello verso cui si va è quello venuto fuori dopo una sentenza della Corte costituzionale che dichiarava incostituzionale una parte della legge regionale siciliana sulla gestione dell’acqua nella parte in cui consentiva la gestione delle risorse idriche a livelli di gestione più ristretti rispetto a quelli provinciali. Ma ancora oggi la regola della gestione delle risorse idriche è la gestione in economia a livello comunale. Su un campione di 241 gestioni infatti 191 sono in economia.