CATANIA — In questi giorni sono al centro delle cronache. San Cristoforo, e i rioni a questo collegati, Case Sante, Angeli Custodi, sono diventati simbolo di tutte le periferie degradate, che si trovino lontane o vicine dai centri delle città. Zone abbandonate, dove il tasso di delinquenza e di dispersione scolastica è molto elevato, dove il degrado si respira e la sorte sembra quasi segnata. Anche per questo la storia di Carmelo Celano assume un significato ancora più importante del semplice riscatto di un giovane: rappresenta la speranza d un intero quartiere.
Carmelo è nato e cresciuto qui, tra le vanedde degli Angeli Custodi. E’ qui che va a scuola, alla Livio Tempesta, ed è qui che ha gli amici. A differenza di molti, però, lui è riuscito a schivare la droga, i piccoli reati, la galera: aiutato e sostenuto dalla famiglia, dagli insegnanti, dal suo allenatore di calcio, è riuscito a realizzare il suo sogno ed entrare a far parte della squadra di atletica del Cus Catania. Team per il quale, allenato da Nuccio Leonardi, il giovane Forrest Gump degli Angeli Custodi, gareggia in tutta Italia come centometrista e duecentometrista, raggiungendo ottimi risultati. “A scuola – racconta ancora Carmelo – la professoressa Stefania Pinto mi ha consigliato di provare con l’atletica al Cus e lasciare perdere la scuola calcio”.
Scuola, messa in piedi dal consigliere comunale Tuccio Tringale, alla “sciara”, un rettangolo di asfalto in via Stella Polare, per tentare di strappare i ragazzini dalla strada. “Tanto ha detto e tanto ha fatto la mia insegnante – prosegue – che sono arrivato al Cus. E ho iniziato a gareggiare”. Non tutti nel quartiere comprendono quello che fa, non sembra lo guardano di ben occhio, ma lui ha in mente solo l’obiettivo. “Tanti ragazzi hanno scelto un’altra vita – racconta – e non capiscono le mie scelte. Il fatto che non fumo, che non sto in giro per il quartiere. Non mi guardano con gli occhi di prima, non accettano tutte le mie scelte, ma quando vinco qualcosa, mi indicano anche i piccoli. Celano – dicono – sei il numero 1”.
Il sogno di Carmelo è che la corsa diventi un lavoro, e per questo sta lavorando tanto. “I miei genitori credono in me – conclude – e io non voglio deluderli. Non voglio deludere Tuccio che per me è stato un fratello e un padre. Finirò la scuola e continuerò a correre, per me, per la mia famiglia, per tutto il mio quartiere. Se poi questo diventasse il mio lavoro…”.