Addio Firenze

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10 Settembre 2009, 10:22

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di Pietro Ballo. Come nell’opera “Gianni Schicchi” di Giacomo Puccini, i due interpreti, Rinuccio e Lauretta, a chiusura dell’opera guardano Firenze da lontano e stringendosi la mano cantano: “Firenze da lontano ci parve il paradiso”.
Il Palermo, pur non avendo demeritato, ha lasciato tre punti ai fiorentini, e in un campo impraticabile, che potremmo definire agricolo, ha messo soltanto un buon…Pastore. Pur cambiando opera, il “Matador ” Cavani ha ripetuto lo stesso motivo continuando a sbagliare le cose più semplici come le due ottime occasioni da goal. Per Miccoli, che in quest’opera interpretava il ruolo di Rinuccio, il tenore innamorato di Lauretta, la sua romanza “Firenze è come un albero fiorito” avrebbe avuto bisogno di una scala ascendente per raggiungere tutti i lanci alti che i compagni gli inviavano in area. Il maestro Zenga continua a cambiare modulo, per noi lirici si chiamano tempi, passa da un quattro quarti a un tempo ternario e un po’ di musica la cambia, il ritmo si fa più accelerato …ed ecco che corrono a creare virtuosismi , arie e caballette , che pur con tanta generosità e voglia di lottare non riescono a risolvere con un bell’acuto conclusivo l’agognato goal. Con Blasi certamente il Maestro troverà più compattezza a centrocampo grazie a un valido Artista che saprà bene interpretare il suo ruolo. Un’ultima nota per i nostri amici fiorentini, cantori molto stonati nell’interpretare “Vincerete il Tricolor” ai nostri tifosi. Forse a loro si addice meglio “Firenze Sogna”.

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10 Settembre 2009, 10:22

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