CATANIA – “Indagatore del sacro”, Julius Evola, il pensatore romano di origini siciliane, dalle molteplici sfaccettature e dalle teorie dicotomiche è al centro dell’opera prima di Fernando Massimo Adonia. Un nome e una storia politica, filosofica e spirituale quella di Evola, da prendere con le pinze. Influenzato dalle teorie di Nietzsche il barone, sviluppò una concezione spiritualistica in cui convergevano elementi di carattere magico. Oltre ai suoi studi sulla razza elaborò una filosofia che si opponeva al materialismo e alle tendenze progressiste.
E Adonia nel suo libro, non rivisita ciò che è già stato detto, non fornisce attenuanti, né tanto meno giustifica o meno ancora celebra l’enigmatico pensiero evoliano. Più semplicemente accantona momentaneamente la figura del personaggio, – quest’ultima già lungamente discussa – e intraprende un cammino nuovo, non per questo meno tortuoso, riuscendo ad aprirsi un varco nella descrizione di Evola, quale pensatore e “storico del pensiero esoterico”. Già perché la ricerca spirituale, forse senza accorgersene, si risolse nel cardine della sua esistenza. Una speculazione perenne a tratti tormentata ed introspettiva, che non lo rese comunque il teorico fondatore di scuole di pensiero o dottrine.
“Ho cercato di raccontare – spiega Adonia – alcuni lati del pensiero evoliano, dei quali forse non si era ancora parlato, aspetti che non tutti conoscono. Evola è stato un uomo in costante ricerca, così come testimonia la sua opera. Sarebbe ingiusto non riconoscerlo come tale, al di la delle controversie che ruotano attorno alla sua figura. La sua è l’epopea, lunga una vita, di una personalità inquieta. Soprattutto sotto il profilo spirituale”. Evola fu un pittore accostatosi al dadaismo, ma anche poeta, giornalista, scrittore, esoterista e filosofo. Dagli influssi dell’idealismo tedesco nacque ‘Teoria e fenomenologia dell’individuo assoluto’, passando per quelle delle correnti dell’esoterismo che lo portarono alla stesura del suo capolavoro “ Cavalcare la Tigre” in cui delinea il profilo dell’uomo differenziato.
Il buddismo delle origini, la dottrina del Tantra, la ricerca del sacro Graal e la via ermetica sono i tratti poco esplorati che Adonia mette in luce nel suo saggio, la cui introduzione è scritta da Marco Iacona, storico, e studioso delle vicende evoliane. Il professore tinteggia un quadro quanto mai amaro della figura del filosofo romano. Un modo per tirare le orecchie rispetto ai tifosi – così lui li definisce – dell’Evola pensiere. “Arriviamo alla questione centrale. – spiega Iacona – C’è un Evola che gronda sangue, vicino al suicidio alla fine di ognuna delle guerre mondiali, isolato e sfiduciato per buona parte della vita. Un Evola che trascorre la vecchiaia minato nel fisico, salvato da un’amnistia. E c’è un Evola che dà conforto – che parla di vie regali e perfino di conquiste e che solletica l’intelligenza sorretto dal fascino traditore dell’antico. Ma c’è anche un Evola – prosegue – con cui passeggiare per le vie della grossolanità. Cercatore di magie e dal facile slogan”.
“L’Evola adatto ai ribelli, senza frontiere, senza limiti, e senza pudore, inconsapevoli delle garanzie e delle opportunità offerte dalla democrazia del nuovo e del vecchio mondo. Il libro di Adonia a testimonianza di una consapevolezza guadagnata parte da Evola e si conclude con Evola. Un volume che non contrabbanda né speranze né certezze. Non avanza stravaganti esegesi, se non quelle necessarie. Non rimanda a luoghi né tempi migliori. E non bestemmia contro il “mondo moderno”, esaltando le finzioni di un mondo alternativo. Uno fra i tanti, – conclude Iacona – da vendere al cinema come farebbe Georges Méliès”.
