E’ in distribuzione il nuovo numero di Terrà, il mensile edito dall’assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana. La copertina di questo numero è dedicata all’olivicoltura, evidenziando i punti di forza del comparto, ma anche l’opportunità di programmare interventi per renderlo più competitivo sul mercato: assodata, infatti, la qualità delle produzioni, ora la Regione e le aziende puntano sull’innovazione di filiera, sul marketing e sulla ricerca con strategie differenziate per l’extravergine e le olive da mensa (un ampio stralcio del servizio è consultabile on line su www.terrasicilia.it).
Programmazione è la parola chiave anche per quanto riguarda il futuro delle risorse irrigue, come viene mostrato nella sezione Primo Piano. Un dato salta subito all’occhio: senza una lungimirante politica gestionale, nei prossimi dieci anni la disponibilita’ idrica potrebbe diminuire del 30%; mentre investendo sulla ricerca per l’utilizzo di acque non convenzionali e mettendo a punto metodi per risparmiare le risorse ed evitare gli sprechi si potrebbe avere un incremento del 10%. Così, per l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via, ecocompatibilita’ ambientale, sostegno all’impresa, strategie di filiera e, soprattutto, concertazione sono i principali pilastri della politica finora adottata, e che deve proseguire con il coinvolgimento e l’impegno di tutti. Sulla necessità di mettere in cantiere interventi a lungo termine, abbandonando la logica dell’emergenza, si sofferma anche Gaetano Mineo, direttore responsabile di Terrà: “La pianificazione – dice – è alla base dell’intero settore agricolo. E non solo. Di conseguenza tracciare le sorti dei vari comparti partendo da un’attenta analisi, vuol dire non solo spendere bene il denaro pubblico, ma anche dare slancio all’economia dell’Isola”.
Tra i motori dello sviluppo economico, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini individua il patrimonio agroalimentare regionale: “La Sicilia – sottolinea l’esperto in un’intervista – ha un vero e proprio tesoro fatto di tradizioni e di prodotti dalle caratteristiche uniche”. “Ci sono tutte le condizioni – aggiunge Petrini – perché si riesca a creare quell’economia agroalimentare locale, a livello regionale, le cui incredibili potenzialità non sono ancora del tutto sfruttate. Agendo sui mercati locali, sull’educazione dei ragazzi a scuola e sulle pratiche di buon consumo si riuscirebbe a creare un sistema davvero virtuoso, in cui la cultura e la superiorità di molti prodotti locali possono essere salvaguardate e diventare un forte e solido motore economico”.
Un ampio spazio, come di consueto, è poi dedicato alle nove province, con una panoramica sui progetti promossi dall’Amministrazione regionale e sulle produzioni tipiche del territorio.